Geekissimo

Filosofia Geek: l’Università messa al muro dal Web. Estinzione degli atenei nei prossimi dieci anni?

 
Ivan Trapasso
29 Aprile 2009
11 commenti

Cari lettori, oggi esordiamo con un caso di filosofia geek decisamente interessante, specialmente per noi geeks che ancora siamo nel mezzo del cammin dei nostri studi. Secondo un docente d’oltreoceano, le università, i grandi atenei che conosciamo oggi, potrebbero restare un ricordo, immagini sui libri di storia o su qualche album di Flickr. Su qualche sito Web, insomma: dovrebbero essere proprio questi ultimi a rendere inutili quelle grandissime strutture.

La teoria, in fondo, è interessante e non troppo utopica, se osservata da un punto di vista squisitamente geek. La situazione diventerebbe scottante, però, se la premonizione si realizzasse in dieci anni. Urge, quindi, qualche dettaglio in più.


La teoria di cui sopra è stata formulata da un esperto nel settore: David Wiley, Associate Professor of Instructional Psychology and Technology presso Brigham Young University (Utah). Il professore (vd. immagine in seguito) attribuisce la colpa del possibile evento alla staticità del modello educativo vigente: definendo “pieni di vincoli, isolati, generici e chiusi” i college, Wiley afferma con sicurezza che gli studenti preferiscono l’educazione virtuale, ove tutto è disponibile “on request”, è interconnesso e disponibile in ogni luogo e in ogni momento. Immaginate: ebook gratuiti e sempre fruibili, risorse condivise, organizzazione delle lezioni in podcasts scaricabili ovunque (come il professore di storia che ha spopolato, qualche anno fa, con le sue disquisizioni registrate nottetempo).

Questa tendenza verso l’utilizzo di risorse virtuali è stata dimostrata dall’attivazione e dal successo di progetti educativi di questo tipo e non c’è alcun dato sulla carta che dimostri la superiorità, in termini di apprendimento, delle lezioni classiche rispetto a quelle multimediali e digitali. Anzi, a dire il vero, esiste una ricerca , organizzata da un istituto universitario americano, che ha dimostrato come i risultati di studenti che hanno utilizzato podcasts siano stati migliori rispetto a quelli ottenuti da coloro i quali si sono serviti delle lezioni in aula. Questo fatto, probabilmente, è dovuto ad una manipolazione della registrazione secondo le proprie necessità di apprendimento, secondo i propri ritmi.

Un’altra situazione degna di nota è quella creatasi presso il londinese Imperial College, ove le matricole di medicina hanno avuto l’opportunità di fare pratica clinica online, su Second Life, interagendo in modo più o meno diretto coi pazienti. Quanto detto finora, quindi, non infonde un carattere particolarmente utopico alla previsione di Wiley. Quest’ultimo, però, ammette anche che le università restano insostituibili per la loro funzione istituzionale di organo qualificato capace di certificare le competenze in possesso di un esaminando.

In ogni caso, la diffusione che la conoscenza avrebbe utilizzando appieno tutti i mezzi disponibili sarebbe impareggiabile. Il sapere alla portata di tutti, ovunque, in ogni momento: è questo, in fondo, il sogno di tantissimi uomini, del passato e del presente. Che dire? Ben venga un tale effetto, con l’augurio che le istituzioni e gli organi competenti siano pronte a sostenerlo in ogni momento nel miglior modo possibile. Sempre ammesso, converrete, che le autorità istituzionali siano pronte, ovvero dotate del complesso di competenze necessarie e dello spirito adatto per andare incontro ad una simile rivoluzione. E’ da riconoscere che far della condivisione delle conoscenze oggetto di campagne elettorali e di demagogie è un comportamento molto, molto subdolo.

Direi che la trattazione possa considerarsi esaurita e che vi abbia tediati già a sufficienza anche questa volta. Via libera, dunque, ai commenti e alla discussione; non prima, però, di esserci lasciati riconoscendo all’università, esistita ed esistente, il merito di esser stata banco di lavoro e sede di formazione delle grandi menti di tutti i tempi. Inveire oggi contro l’università è, fondamentalmente, sbagliato, anche se in nome della condivisione delle conoscenze. Chissà, però, che non si potrebbe organizzare un sistema migliore. Concludiamo, dunque, richiamando una ben nota locuzione, spesso presente sulla bocca degli antichi Romani, che ogni bravo geek dovrebbe fare propria (pensavate che vi avrei lasciati andare senza un tocco latino? :P): ad maiora, semper!

A tutti voi una buona navigazione 😀 A presto!

Via | Repubblica.it

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Commento

  • #1Federica87

    Ritengo che sia sbagliatissimo che finisca così. Dipende dalla materia. Non credo che chi studia medicina od ingegneria possa studiare solo sul web no? Forse la soluzione sarebbe lavorare direttamente sul campo, la famosa “pratica” che manca alle università italiane in primis.

    29 Apr 2009, 11:13 am Rispondi|Quota
  • #2Alex

    bè.. x quanto mi piaccia la tecnologia.. ma una cosa è scaricare i podcast e ascoltarli, e una cosa è ascoltare il professore dal vivo e poter fare domande nel caso in cui non si capisca qualcosa..

    e poi la laurea ci arriva via email da stampare? xDDD

    29 Apr 2009, 11:51 am Rispondi|Quota
  • #3Ivan Trapasso

    @ Federica87:
    D’accordissimo con te, ma sono innegabili le potenzialità della Rete. Un provetto ingegnere, esercitandosi a progettare e lavorare sul Web, può cominciare a prendere dimestichezza col mestiere. Stesso dicasi per medici et similia. Quanto alla pratica, beh… Stendiamo un velo pietoso…

    29 Apr 2009, 2:02 pm Rispondi|Quota
  • #4gare

    Il mio pensiero è che non si possa fare a meno degli atenei in quanto importantissimi centri di cultura dove poter interagire. Per il resto sono convinto che il web possa comunque essere sfruttato molto meglio dell’utilizzo di adesso…

    29 Apr 2009, 2:07 pm Rispondi|Quota
  • #5Ivan Trapasso

    @ gare:
    Sicuramente l’ateneo è una struttura imprescindibile, anche perché fulcro dei rapporti umani che un PC non può in alcun modo sostituire. In ogni caso, come correttamente sostieni, è necessario un utilizzo diverso del Web: un’integrazione attiva con gli strumenti della metodica classica, implementazione dinamica e condivisione sentita dei contenuti, luogo di scambio continuo di idee e opinioni… Non sostituire l’ateneo, ma affiancarlo. Affiancarlo, però, nell’accezione più concreta del termine. Non mezzo supplementare, ma complemento attivo e continuamente disponibile. Questo, in sostanza, è il mio pensiero.

    29 Apr 2009, 2:21 pm Rispondi|Quota
  • #6FrancescO

    Premettendo che l’aspetto pratico è, assieme alla vastissima base di cultura generale, l’aspetto che rende i laureati italiani molto ricercati all’estero, il web può forse affiancare le lezioni, per discussioni, confronto, rivedere i materiali delle lezioni. Ma non può in nessun caso sostituirsi alle lezioni frontali, nemmeno in parte, ancora meno per il lato pratico. Questo vale almeno per le materie scientifiche, in quelle umanistiche la frequenza è già facoltativa di suo.
    Per quanto riguarda la ricerca dell’anonima (!) università americana, vorrei vedere qualche numero, in quali corsi è stato testato, come è stato fatto il campionamento, ecc… Buttata lì così non ha alcun significato di prova.
    Certo scommetto che i nostri regnanti sono felicissimi di questa notizia: adesso possono tagliare ulteriormente i fondi alle università (già ridicoli, a livello di terzo mondo) con questa scusa, e far mettere tutto su internet.

    29 Apr 2009, 5:03 pm Rispondi|Quota
  • #7Nexso

    Che l’innovazione porti i suoi benefici ma che non alieni la nostra natura umana: noi siamo animali sociali, dobbiamo vivere accanto. Idee, desideri, sentimenti non esisterebbero da soli senza un confronto tra più umani.
    Io sono contro il lettore mp3 che non permettere di comunicare con la gente, figuriamoci l’abbattimento di strutture dove potersi incontrare.
    In due parole: – “Siate umani !!!”.

    29 Apr 2009, 6:57 pm Rispondi|Quota
  • #8Izzard

    Certo, l’idea è bella, ma solo a parole… In un paese dove perfino nelle grandi città in molte zone non esiste ADSL (per non parlare dei paesini sperduti sui monti), non credo si possa parlare di studiare dal web… Col 56k finirei di scaricare tutto il materiale ben oltre la durata del corso di laurea…

    29 Apr 2009, 7:35 pm Rispondi|Quota
  • #9useppewind

    Finalmente! La conoscenza sarò davvero a portata di tutti, potrà essere fruibile come, quando e dove dico io. Poter accedere ai video di lezioni “standard”, magari uguali in tutto il paese, magari tenute dal miglior professore nella materia. Lezioni aggiornate ed in linea con i nuovi pensieri. Io mi chiedo perchè debbano esistere 1000 professori che insegnano ognuno a modo proprio, magari con una metodologia poco fruibile, che parlano e parlano e parlano e dicono tutti la stessa cosa in posti diversi, quando possiamo prendere il migliore di questi, immortalarlo in un video e distribuirlo gratis!!! immaginate il risparmio sulle spese. Secondo me i vantaggi ci sono TUTTI e non sto ad elencarli; svantaggi ZERO. E non mi venite a parlare degli animali sociali o del confronto tra umani, per quello esco la sera e mi incontro con gli amici. E sono umano. Se poi vuoi andare all’università a fare amicizie allora è un altro conto…

    30 Apr 2009, 12:29 am Rispondi|Quota
  • #10Nexso

    @ useppewind:
    Non ti sembra importante fare nuove amicizie all’università? Magari trovare anche l’anima gemella? A me piace molto parlare con le mie college. Discutiamo su tutto e per me è una cosa insostituibile. Poi, ognuno è libero di pensare ciò che vuole.

    30 Apr 2009, 12:07 pm Rispondi|Quota
  • #11flux

    Ha ragione chi dice che è una previsione sbagliata. Potrebbe riguardare infatti solo gli informatici e purtroppo è vero che il web a volte è superiore in qualità e quantità di informazioni rispetto all’Università. Io credo sia un problema della struttura dei corsi di una Laurea in informatica italiana, e ne parlo da laureato… purtroppo i corsi sono spesso molto teorici e lontani dal mondo del lavoro, quindi molti si allontanano da Informatica per cercare sbocchi occupazionali subito. Credo che ci voglia il giusto equilibrio tra teoria e pratica e, soprattutto, più corsi al passo coi tempi

    30 Apr 2009, 4:33 pm Rispondi|Quota