Un giudice americano impone la chiusura di Wikileaks, famoso sito che ospita fughe di notizie

Un giudice federale di San Francisco, Jeffrey White la Dynadot, ha decretato la chiusura immediata di Wikileaks, sito americano molto famoso perché alimentato quasi esclusivamente da fughe di notizie. La società che ne possiede il dominio, però, ha deciso di fare appello in quanto non sarebbe stato ripettato il Primo emendamento della Costituzione americana, quello che regola la libertà di espressione.

Il sito era diventato famoso qualche tempo fa per aver pubblicato (grazie a una fuga di notizie) le regole d’ingaggio dei militari americani in Iraq e il manuale destinato alle guardie del carcere di Guantanamo, a Cuba. Il caso che ha però portato alla chiusura del sito è legato alla denuncia da parte di una banca delle isole Cayman, la “Juluis Baer Bank and Trust”, che si è vista pubblicare online delle accuse parecchio pesanti.


Da queste accuse emerge molto chiaramente il modo utilizzato dalla banca per riciclare il denaro sporco e frodare il fisco. Dall’istituto di credito sono convinti che il materiale confidenziale sia stato fornito a Wikileaks da un dipendente che voleva vendicarsi di un pessimo trattamento sul lavoro da parte dei suoi superiori. Al momento è ancora possibile accedere al sito tramite i domini .be, .de e .cx, non registrati dalla società colpita dalla sentenza di San Francisco.

Capita spesso di apprendere notizie del genere, sia in Italia che all’estero. Cosa ne pensate? Pensate che l’informazione su internet debba essere libera da ogni censura e da ogni controllo, oppure debba essere sottoposta a tutte le “normali” regole della comunicazione? E a quale giurisdizione, secondo voi, si dovrebbe attenere?