Obama apre all’Open Source, Brunetta firma un accordo con Microsoft
“Con Obama Linux alla Casa Bianca?“. Questa domanda me la sono posta lo scorso Novembre, qualche giorno prima dell’elezione dell’attuale Presidente degli Stati Uniti d’America, il quarantaquattresimo. Un Presidente che, oltre ad una forte dose di speranza e novità, ci si aspettava potesse portare una maggiore visibilità al mondo del software libero. Ebbene, a due giorni dall’Inauguraton Day, sappiate che qualcosa già si muove in questo senso.
Secondo quanto riportato dalla BBC, infatti, tra una telefonata ai leader mediorientali ed un’occhiata alla crisi globale, il neo-presidente a stelle e strisce ha trovato il tempo di affidare a Scott McNealy, co-fondatore di Sun Microsystems, la stesura di un progetto relativo all’adozione dei software open source nella pubblica amministrazione.
Sia chiaro, per ora si tratta solo di programmi, progetti e buoni propositi, ma il fatto che il delicatissimo argomento legato al software a codice sorgente aperto sia entrato nell’agenda del Presidente Obama rappresenta una grandissima svolta, pratica quanto culturale. E non dimentichiamoci che gli USA sostengono una spesa annuale pari a 400 miliardi di dollari per pagare le licenze dei software proprietari, ed una nazione che deve affrontare a muso duro una situazione poco felice sotto il punto di vista economico non può assolutamente sottovalutare una cifra del genere.
In attesa di sviluppi sulla faccenda, voltiamo momentaneamente pagina per dare uno sguardo a quanto accade in casa nostra, dove il ministro Brunetta ha firmato un accordo con Microsoft per la digitalizzazione di strutture pubbliche a costo zero. Non c’è che dire, sono letteralmente commosso dalla magnanimità di zio Steve Ballmer, da lui proprio non me lo aspettavo… e non azzardatevi a dire che l’azienda di Redmond avrà i suoi bei tornaconti perché non è vero… no, no!
Che dire? Ad ognuno il suo pinguino.