Windows 7 VS XP e Vista: qual è il più sicuro?
Esistono davvero tanti modi per passare il proprio tempo libero: c’è chi ama andare al cinema, chi colleziona francobolli e chi pratica sport. Altri, come l’articolista di ZDNet Ed Bott, si trastullano contando i bollettini di sicurezza Microsoft per stabilire quale sistema “made in Redmond” sia il meno colpito dalle falle di sicurezza.
Entrando più nello specifico, il buon Ed ha constato come il tanto vituperato Vista abbia mantenuto negli anni un trend di maggior sicurezza rispetto al suo predecessore. Facendo un veloce calcolo statistico, il caro vecchio XP avrebbe infatti bisogno di 3.2 rattoppi al mese, contro i 2.4 di cui necessiterebbe il suo successore.
E Windows 7? Beh, giudicarlo non è ancora possibile, ma le premesse sembrano essere decisamente buone: nessuna delle otto patch critiche rilasciate da Microsoft questo mese è stata destinata a Seven o Windows Server 2008 R2, bensì solo a Vista, XP e precedenti.
A dispetto delle numerose critiche, sembra quindi che le ultime edizioni di Windows siano realmente più sicure di quelle precedenti. Basta pensare che, da Settembre 2008 ad Agosto 2009, Windows XP è stato oggetto di 22 patch critiche e 16 importanti, mentre il suo successore ha totalizzato “solo” 18 rattoppamenti critici ed 11 importanti. Una differenza che sfiora addirittura il 24%, il che non è affatto male.
Tutti i segnali sembrano indicare che Windows 7 si comporterà in maniera analoga a Vista riducendo ulteriormente le vulnerabilità del sistema delle finestre, ma ciò non è affatto detto.
Pare infatti che gran parte del merito della sicurezza del successore di XP sia da attribuire al severissimo UAC e al sistema di permessi collegato a quest’ultimo. Una funzionalità che, come visto qualche tempo fa, in Seven sembra essere stata resa più blanda (quando vengono mantenute le impostazioni di default).
A lungo termine, potrebbe quindi assistere ad una stabilizzazione del numero di vulnerabilità riscontrate nell’ultima versione di Windows, con risultati non troppo dissimili da quelli che potremo riscontrare nel suo predecessore.
Che dire? Speriamo di no.