Twitter e Facebook partecipano alla Net-Neutrality
Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un attacco da parte di Governi, case discografiche e cinematografiche ed in generale di tutta l’industria che si basa sulla certezza del diritto d’autore, al diritto di connessione di ogni privato cittadino.
Mentre l’Unione Europea ha dichiarato che la connessione ad internet è da considerarsi un diritto legale di ogni cittadino europeo (finora solo con la Finlandia ad aver integrato questo regolamento), Francia, Inghilterra ed ora anche USA, stanno introducendo nei propri ordinamenti la possibilità di imporre l’interruzione del collegamento ad internet per quegli individui che violano le regole in termini di copyright.
L’intera rete è particolarmente sensibile a questo argomento, oltre ai discorsi da una parte e dall’altra sul diritto d’autore, in gioco c’è qualcosa di più importante. La possibilità che un atto di governo possa interrompere il collegamento ad internet di una persona è particolarmente paventato dai più. Anche se legato ad una fattispecie ben precisa il solo fatto che un potere del genere sia consentito crea un precedente pericoloso.
In risposta alle lobbies che spingono la coercibilità della connessione ad internet rispondono la lobby per la Net-Neutrality. Membri di questo gruppo sono Eric Shmidt di Google, Kevin Rose di Digg e altri fra i maggiori esponenti della New Economy, oltre ad alcune delle principali industrie tecnologiche, come Sony. In una lettera scritta alla FCC (Federal Communications Commission), che giovedì si pronuncerà sulla possibilità o meno di impedire la connessione ad internet degli americani, compaiono anche le firme di Marck Zuckerberger, cofondatore di Facebook e Evan Williams di Twitter.
Nella lettera il gruppo afferma che è fondamentale che internet continui la sua strada verso l’essere la chiave dell’economia contemporanea, facendo sì che la scelta finale rimanga ai consumatori anziché essere vincolata dall’intervento dei governi. Anche se condividiamo la causa della Net-Neutrality la cosa andrebbe discussa in modo più approfondito. Il semplice fatto che i consumatori premino un prodotto non ne fa di per sé un prodotto legittimo.
Si pensi al successo che ebbero i “face of death” (filmati di morte in diretta) agli albori della rete. Del resto è impensabile che uno Stato conceda la violazione delle proprie leggi ai propri cittadini. Il problema principale sta nel fatto che una volta aperta la strada alla censura della rete non si sa dove si può andare a finire. Le nostre esperienze storiche ci insegnano che molti orrori sarebbero stati evitati se non fossero stati forniti precedentemente alcuni strumenti giuridici.
Le leggi determinano la struttura nella quale si svolge la vita pubblica dei cittadini, e in questa struttura si determinano gli eventi. La libertà della rete è un valore che va difeso strenuamente, e nonostante considerazioni moderate è nostro parere che un leggero oltranzismo riguardo questo argomento possa farci evitare i tranelli della logica.