Facebook oggi chiuderà il programma Verified App

Circa un anno fa Facebook aveva annunciato il suo programma Verified App, con il quale ci si prometteva di mettere un po’ d’ordine nelle apps di Facebook, incominciando con una verifica (a pagamento) delle applicazioni da parte di Facebook, in seguito al cui riscontro negativo per la ricerca di comportamenti anomali, l’applicazioni riceveva il bollino Verified App.

Questa prassi è nata lentamente, dopo aver fatto attendere gli sviluppatori per circa mezzo anno dal pagamento, il servizio è stato avviato e molti sono stati coloro che ne hanno usufruito; ovviamente non c’era altro da fare, in presenza di Verified Apps nessuno sviluppatore ben intenzionato vorrebbe rinunciare al “bollino di qualità”.

Nonostante il discreto successo dell’iniziativa, che per alcune applicazioni ha significato un incremento del 100% dei visitatori unici mensili, Facebook ha deciso di chiudere il programma per avviarne un altro in data da definire.


Nelle dichiarazioni di Facebook appare chiaro che il social network con più di 300 milioni di utenti intende avere un controllo più serrato sulle applicazioni che ospita. Il motivo attribuito all’abbandono del programma Verified App, infatti, deriva dal fatto che Facebook ha in progetto di trasformare radicalmente le policy del suo Store, rendendole più perentorie e meno aggirabili.

Qualcosa, questa, che ci fa pensare a App Store di Apple, dove fra polemiche e sostenitori, il processo di approvazione assicura la presenza di software di qualità o quanto meno, non dannoso per gli utenti. Molte sono le compagnie che stanno puntando sugli App Store, che al momento sembrano essere una delle principali monetizzazioni del web.

Non ci meraviglierebbe se presto vedessimo un Facebook App Store o qualcosa di simile, dal momento che la quantità di applicazioni per Facebook è notevole (alcune delle quali di grande successo), il che denota il grande impegno degli sviluppatori in questo settore. Tutti gli ingredienti per mettere su uno Store di successo insomma.

Via | Techcrunch