Google ci ripensa, resta in Cina e riapplica la censura
I tanti cinesi che, in segno di protesta, avevano deposto dei fiori davanti agli uffici di Google possono tirare un sospiro di sollievo. I rapporti tra il colosso di Mountain View e il governo di Pechino stanno per tornare idilliaci come un tempo. Tutto all’insegna della censura, ovviamente.
Il clamore delle scorse settimane, l’incidente diplomatico sfiorato tra USA e Cina, tutto finito sotto il tappeto. È brutto da dire, ma i sogni di libertà di miliardi di persone sono destinati ad infrangersi contro un patetico disclaimer visualizzato sulle pagine di Google.cn (According to local laws, regulations and policies, some search results are not shown) e contro la solita montagna di bigliettoni verdi in ballo.
Queste le dichiarazioni di Sergey Brin, uno dei fondatori di ‘big G’, sull’argomento: «Siamo stati in grado di censurare sempre meno ed ora avvertiamo gli utenti quando le leggi locali ci impediscono di fornire loro l’accesso a determinate informazioni». E non è finita qui.
Secondo il pezzo grosso di Google, il comportamento della sua azienda nei confronti del governo di Pechino “ha portato a un grosso cambiamento”, spingendo molti altri gruppi a seguire le sue orme e avere un rapporto più cristallino con gli utenti.
In ogni caso, l’accordo definitivo non è ancora stato trovato. Il gigante di Mountain View vuole rimanere in Cina, per farlo è disposto a ripristinare le censure volute dal regime comunista, ma qualcosa – almeno per gettare un po’ di fumo negli occhi all’opinione pubblica – dovrà cambiare. E visto che la definizione di questo qualcosa richiederà sicuramente del tempo, la fine della telenovela Google VS Cina è tutt’altro che vicina.
A questo punto, non ci rimane che darvi appuntamento alla prossima puntata… sempre che il governo cinese lo voglia!
[Via | Filippo Corti su Buzz] [Photo Credits | Veen su Flickr]