Wikileaks “cacciato” da Amazon
Com’era lecito attendersi dopo la pubblicazione dei documenti segreti USA, Wikileaks non sta godendo di vita facile. Il sito di Julian Assange è sotto attacco DDoS da diversi giorni (non si sa ancora bene da parte di chi) e ciò ha spinto i suoi responsabili a cercare delle soluzioni alternative.
Ieri, a seguito di un ennesimo attacco della portata di ben 10Gbit/s (insopportabile per chiunque), Wikileaks è stato spostato sui server di Amazon, sulla piattaforma di cloud computing Amazon EC2 per essere precisi, ma l’asilo non è durato molto.
Secondo le ultime cronache provenienti dalla galassia Wikileaks, nelle scorse ore Amazon – probabilmente intimorita dal verificarsi di attacchi denial of service verso i suoi server – avrebbe infatti “cacciato” il discusso sito di Assange dalla sua piattaforma e spinto quest’ultimo fra le braccia di Bahnhof, l’hosting-bunker svedese usato in precedenza da WikiLeaks.
La reazione dei responsabili di Wl all’avvenimento è stata affidata a Twitter, dove in serata sono comparsi messaggi del tipo “Se Amazon è così a disagio con il primo emendamento, dovrebbe uscire dal business della vendita di libri” e sono stati annunciati nuovi investimenti per il sito in Europa ([…]our $ are now spent to employ people in Europe).
Al momento in cui scriviamo, Wikileaks.org sembra accessibile e funzionante ma non sappiamo fino a quando durerà. Gli attacchi DDoS potrebbero riprendere ed essere più forti di quelli attuati finora (qualcuno dice da parte di governi poco contenti delle notizie pubblicate) e il destino del sito, così come quello del suo fondatore che è ricercato dall’Interpol per un’accusa di molestie sessuali (almeno ufficialmente), è sempre più incerto.
Come andrà a finire tutta questa storia? Bravo chi lo sa. Intanto, preparatevi perché ne sentiremo di sicuro delle belle… o delle brutte, dipende dai punti di vista.
[Via | Neowin]