Mark Zuckerberg “persona dell’anno” per il Time: se lo merita davvero?
Vox populi, vox Dei… ma non per il Time. L’autorevole settimanale statunitense ha “tradito” la voce dei suoi lettori, che in un sondaggio online avevano dimostrato tutta la loro ammirazione per Julian Assange, e ha eletto come “persona dell’anno” Mark Zuckerberg, il fondatore e CEO di Facebook, che nel medesimo sondaggio era arrivato solo decimo.
Il ventiseienne famoso per essere il miliardario più giovane del mondo (con un patrimonio stimato in 6,9 miliardi di dollari) si è aggiudicato il “pesante” titolo di influenzatore dei nostri tempi per aver “connesso oltre mezzo miliardo di persone e aver mappato le loro relazioni sociali; per aver creato un nuovo sistema di scambio d’informazioni e per aver cambiato il modo in cui tutti noi viviamo le nostre vite”.
Nato a White Plains (New York) il 14 maggio 1984, a Mark Zuckerberg è stato anche dedicato il controverso film The Social Network ispirato alla nascita di Facebook e alla vita del giovane imprenditore americano ai tempi di Harvard. Insomma, il 2010 si è magicamente trasformato nell’anno di Zuckerberg, ma questo successo è davvero meritato o no?
A primo acchito, ci verrebbe di dire un bel “no”. Netto. Wikileaks sta svolgendo un lavoro troppo importante per essere paragonato o addirittura messo in secondo piano rispetto a quello di un “semplice” social network.
Poi però entra in gioco il fattore “uomo della strada”, quello che ci spinge a guardare bene il mondo che ci circonda e ci fa scoprire che la cosiddetta “massa”, per quanto triste la cosa sia, conosce molto più a fondo Facebook di Wikileaks e tende a ritenere più importanti le cose lette sulle pagine del social network piuttosto che quelle svelate dai cablogrammi pubblicati sul sito di Assange.
Che, dunque, il Time non abbia avuto tutti i torti nel fare questa discutibile scelta? Lo lasciamo dire a voi.