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FBI chiude i tre principali siti americani di Poker

 
Denis Dosi
18 Aprile 2011
4 commenti

In Italia è compito della polizia postale, in America è intervenuta direttamente l’FBI nel bloccare una frode finanziaria partita direttamente dalla rete. Il 15 Aprile sono stati chiusi tre tra i principali siti di poker online statunitensi: Full Tilt Poker, Pokerstars e Absolute Poker. Provando a collegarsi ad uno dei suddetti domini, viene mostrato il banner di sequestro/chiusura dello spazio.

L’indagine, con inizio due anni fa, ha portato all’emissione di 11 mandati d’arresto. L’ipotesi è che, questi servizi online, abbiano aggirato le leggi americane (in particolare la normativa UIGEA) sulle transazioni, grazie alla compartecipazione di alcuni istituti di credito.

Tale decreto vieta alle banche di accettare transazioni da siti di gioco online registrati all’estero, verso utenti americani; inoltre, la normativa impedisce ad istituti di credito e a società bancarie online (come Paypal) di eseguire transazioni per altre aziende che offrono servizi di gioco online/d’azzardo. In seguito all’approvazione dell’UIGEA si ebbe una grandissima diminuzione di domini dedicati al poker, mentre, la maggior parte delle aziende, si trasferì all’estero dedicandosi al mercato d’oltreoceano; ad esempio, Pokerstars ha sede nell’isola di Man (Regno Unito), Full Tilt è gestito dall’isola di Alderney (Regno unito) mentre Absolute Poker ha sede in Costa Rica.

I siti in questione hanno aggirato la legge ingannando, inizialmente, alcune banche sull’origine delle transazioni eseguite; nel momento in cui Pokestars e soci hanno intuito che i propri inganni stavano per essere scoperti, hanno immediatamente chiuso i propri conti, dirottandoli verso agenzie minori, promettendo grandissimi investimenti se li avessero appoggiati nel raggiro della normativa.

Il risultato di queste operazioni è stato l’arresto dei dirigenti dei principali siti, ma soprattutto dei piccoli istituti di credito che, nel momento di crisi, avevano chiuso un occhio pur di poter “continuare a vivere“. Collegandosi ai domini attualmente sotto sequestro, i player americani hanno solamente visualizzato il banner di avviso creato direttamente dal Bureau; in seguito ad un’iniziale incredulità, vi è stata la corsa a verificare il proprio conto online, con il timore di vederlo bloccato.

Non è ancora chiaro cosa accadrà ai vari depositi dei giocatori su questi siti, dal canto suo Pokerstars assicura che tutti i player riavranno ogni singolo centesimo disponibile nell’account. Oltre che da utenti furiosi, gli amministratori dovranno difendersi, in un vero e proprio tribunale, dalle accuse di: frode Bancaria e riciclaggio di denaro. Tre dei ricercati sono già stati catturati, i restanti otto hanno le ore contate; nel frattempo, le autorità statunitensi parlando di sanzioni che potrebbero arrivare sino a 3 miliardi di dollari.

Via | ReadWriteWeb

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