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Facebook è la più terrificante macchina di spionaggio mai creata, parola di Julian Assange (Wikileaks)

 
Andrea Guida (@naqern)
4 Maggio 2011
12 commenti


In attesa di scoprire se sarà estradato in Svezia a causa dei presunti reati sessuali che pendono sulla sua testa, il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ha rilasciato una clamorosa intervista a Russia Today in cui si è scagliato contro Facebook e le pericolose violazioni della privacy a cui il social network di Mark Zuckerberg esporrebbe i suoi utenti.

Facebook è la più terrificante macchina di spionaggio mai creata – ha esordito Assange – dispone del più completo database sulle persone, le loro relazioni personali, i loro nomi, i loro indirizzi, le loro posizioni geografiche, le loro comunicazioni con gli altri, i loro familiari; tutto conservato negli Stati Uniti e accessibile all’intelligence degli USA”.


L’attacco si è poi esteso agli altri big a stelle strisce del mondo internettiano: “Facebook, Google, Yahoo; tutte queste grandi aziende americane hanno delle interfacce costruite per l’intelligence USA”. “Questo non vuol dire che Facebook è in mano all’intelligenze americana – ha precisato il fondatore di Wikileaksma che l’intelligence ha la facoltà di compiere pressioni legali e politiche su di esso in modo da ottenere le informazioni”.

Tutti dovrebbero capire che quando aggiungono i loro amici su Facebook svolgono del lavoro gratis per le agenzie di intelligence americane, costruendo quel database per loro” è stato l’ammonimento finale di Julian Assange, che però in questa circostanza ci è sembrato un tantino troppo paranoico.

Tralasciando il fatto che nessuno è obbligato a iscriversi a Facebook e, soprattutto, a spiattellare in pubblico tutti i propri gusti, le proprie abitudini e le proprie reti di amicizie, ci sembra altresì normale che in casi estremi (leggasi lotta contro il terrorismo e “dintorni”) il governo di un Paese come gli Stati Uniti possa chiedere a Facebook di aprire un po’ del suo database e contribuire a qualsivoglia tipo di indagine.

Che poi il governo USA non abbia particolari simpatie verso Assange, a causa di tutte le informazioni top-secret delle ambasciate e delle sedi diplomatiche che quest’ultimo ha reso di pubblico dominio, è sicuro. Ma questo non ci sembra un buon motivo per attaccare Facebook e parlare di strani collegamenti politico-militari. Piuttosto, sarebbe meglio concentrarsi sulle aziende che raccolgono i dati per le pubblicità.

Voi che ne pensate? Guardatevi il video con l’intervista di Russia Today ad Assange (la parte riguardante Facebook è da 2:00 in poi) e fatecelo sapere attraverso i commenti.

[Via | ZDNet – Photo Credits | Raymond Salvatore Harmon]
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  • #1Matteo

    Beh ha scoperto l'acqua calda! per questo non mi sono mai registrato! ciao

    4 Mag 2011, 10:57 am Rispondi|Quota
  • #2@laerte8

    condivido le parole di Naqren.. Sappiamo tutti i rischi e le opportunità di facebook.
    Dipende che uso se ne fa, eppoi se non ho nella da nascondere ai servizi segreti che devo temere? I terroristi li intercettino pure..

    4 Mag 2011, 10:58 am Rispondi|Quota
  • #3Luca

    Penso che Assange abbia ragione.
    In fin dei conti, che ne sappiamo chi monitora i nostri dati e perchè?
    In fin dei conti per noi è una procedura del tutto sconosciuta e invisibile.
    Fidarsi è bene……ma non fidarsi è meglio !
    Foto, indirizzo, cosa piace e cosa no…..insomma una bella schedatura completa….ma fatta dall’utente stesso.

    4 Mag 2011, 11:04 am Rispondi|Quota
  • #4francesco

    "Tralasciando il fatto che nessuno è obbligato a iscriversi a Facebook e, soprattutto, a spiattellare in pubblico tutti i propri gusti, le proprie abitudini e le proprie reti di amicizie…."
    che discorso è, nessuno è nemmeno obbligato a sparare coi fucili, ciò non toglie che i fucili non sono una buona cosa.
    facebook è il male della nostra società, simbolo della sua decadenza

    4 Mag 2011, 11:10 am Rispondi|Quota
    • #5geek lover ^_^

      uno dei tanti casomai. Ciò non toglie che chi si fa vedere in pubblico su fb non può lamentarsi se la cia lo venisse a leggere U_U, ha scelto di esporsi con informazioni reali? allora amen

      4 Mag 2011, 2:42 pm Rispondi|Quota
    • #6Aston

      Sono due discorsi diversi. Sei tu a scegliere di iscriverti a Facebook. Mentre se un pazzo prende un fucile e spara, chi viene colpito non ha scelto di essere colpito.

      4 Mag 2011, 2:44 pm Rispondi|Quota
      • #7PaceyIV

        Ciononostante, anche io che non voglio avere nulla a che fare con FB sono finito ugualmente lì perchè in generale i seguaci di FB se ne fregano delle opinioni e dei diritti altrui. Non sanno fare altro che pubblicare e pubblicare, vivono la vita fuori dalla rete solo e soltanto per raccimolare altro materiale da condividere nella loro vita reale.

        4 Mag 2011, 8:51 pm Rispondi|Quota
  • #8Fede

    Come in tutte le cose, è l'uso che se ne fa che può essere pericoloso.
    L'iscrizione a Facebook non è pericoloso, ma quello che si sceglie di condividere.

    4 Mag 2011, 1:59 pm Rispondi|Quota
  • #9Manuel

    "Ma questo non ci sembra un buon motivo per attaccare Facebook e parlare di strani collegamenti politico-militari. Piuttosto, sarebbe meglio concentrarsi sulle aziende che raccolgono i dati per le pubblicità."
    Concordo in pieno… Parere mio, sono le società capitaliste e le multinazionali le più quotate a fare un uso indiscriminato di quei dati. Anzi, datemi del "complottista", ma secondo me c'è il loro stesso zampino su Facebook…

    4 Mag 2011, 3:28 pm Rispondi|Quota
  • #10Merovingio

    ^_^

    quasi quasi comincio a giocare a MOTHER

    (per capire il senso di questa risposta bisogna leggersi la storia del game MOTHER inventato ha un hacker italiano)

    4 Mag 2011, 4:44 pm Rispondi|Quota
  • #11PaceyIV

    Studiatevi anche l'intervista di Richard Matthew Stallman contro il cloud computing in generale.

    4 Mag 2011, 8:48 pm Rispondi|Quota
  • #12KUiA

    Concordo completamente con ciò che afferma Assange.
    Facebook, in fondo, non fa altro che sfruttare un desiderio (o per meglio dire una necessità) che le persone hanno di sentirsi parte di un "tutto", di essere connesse tra di loro; ma soprattutto (come direbbe Heidegger) di "essere nel mondo": di affermare la propria individualità mostrandola agli altri (le proprie foto, i propri amici, le proprie preferenze e le proprie idee).
    Purtroppo viviamo in una società che distrugge la soggettività dell'individuo a favore di comportamenti stereotipati e acritici.
    Facebook si presenta inconsciamente ai suoi utenti come un antidoto a tutto questo, permettendo loro di ritagliarsi uno spazio "tutto loro", dove essere sè stessi,il tutto ovviamente a scopo di lucro (di FB).

    4 Mag 2011, 10:19 pm Rispondi|Quota