Megaupload, il Partito Pirata Catalano prepara una “class action” globale contro la chiusura del servizio
Come facilmente prevedibile, la chiusura di MegaUpload da parte dell’FBI ha lasciato interdetti milioni di utenti, utenti che ora sono molto arrabbiati e non fanno nulla per nasconderlo. Su Twitter, Facebook e gli altri social network Megaupload è uno dei temi più discussi da diversi giorni, ma sono molteplici le iniziative che in Rete stanno nascendo intorno all’affaire autorità USA VS servizi di hosting. Qualcuna è farlocca e realizzata solo per racimolare soldi in questo momento di marasma generale (vedi Anonyupload), altre sebbene poco pratiche e difficilmente realizzabili cercano di canalizzare in maniera positiva l’ondata di proteste che in questi giorni imperversa in Rete.
Fra queste c’è da segnalare la proposta di ricorso collettivo realizzata dal Partito Pirata Catalano (PIRATA.CAT), al quale si sono poi associati i Partiti Pirata di altre nazioni, che attraverso un apposito sito Internet sta raccogliendo adesioni e fondi per difendere le vittime della chiusura di MegaUpload – “milioni di utenti legittimi paralizzati da tentativo dell’autorità USA di far valere il proprio diritto in tutto il mondo” – ed avanzare alcuni dubbi sul meccanismo in base al quale le autorità a stelle e strisce hanno potuto bloccare l’accesso ad un servizio online in tutto il mondo, e non solo negli Stati Uniti, dove secondo logica dovrebbe limitarsi il loro potere.
L’iniziativa è stata accolta subito con entusiasmo da tutti quegli utenti (molti dei quali non pirati) che da un giorno all’altro hanno visto sparire i propri dati ospitati su MegaUpload ricevendone un danno talvolta serio sul fronte personale e lavorativo. In un solo giorno, 1.000 ex-utenti spagnoli di MegaUpload si sono iscritti alla pagina dell’iniziativa e, grazie al passaparola e ai social network, a questi si sono aggiunti entro pochissimo tempo anche tanti utenti provenienti da Paesi come Repubblica Ceca, Russia, Svezia e Regno Unito. Riusciranno a cavarne qualcosa con una parte avversa identificabile nientepopodimeno che nell’FBI? Al momento le probabilità non sono altissime.
In ogni caso, i promotori della “class action” contro la chiusura di MegaUpload annunciano di avere delle basi legali sulle quali mantenere la loro posizione: la chiusura di Megaupload da parte delle autorità americane, infatti, violerebbe gli articoli 197 e 198 del codice penale spagnolo. Se questo dato venisse accertato, forse in Spagna qualche giudice si occuperà davvero del tema. Non ci resta che aspettare e seguire gli sviluppi di questa intricatissima vicenda che ormai vede coinvolti anche tutti gli altri servizi di hosting.
[Via | ZDNet] [Photo Credits | Ricard Clupés]