Google+ è davvero una città fantasma virtuale?
A gennaio dell’anno corrente Google ha reso noto alla vasta utenza che Google+, il suo social network orami non più tanto “neo”, aveva raggiunto e superato i 90 milioni di utenti.
A tale dato è andato poi ad aggiungersi quello di un report di terze parti secondo cui, dopo poche settimane, Google+ avrebbe raggiungere i 100 milioni di utenti e che tale cifra sarebbe aumentata nel corso dei mesi successivi toccando i 400 milioni di iscritti entro la fine del 2012.
Un recente articolo apparso sul Wall Street Journal fa però sorgere qualche dubbio su quello che sarà l’effettivo futuro di Google+.
Infatti, basandosi sui dati forniti da comSore circa il tempo che l’intera utenza mondiale avrebbe trascorso impegnandosi nell’utilizzo dei social media nel periodo compreso tra settembre e dicembre 2011 (i dati in questione non tengono conto del traffico mobile) il Wall Street Journal ha dfinito Google+ come una “ghost town”, ovvero una città fantasma.
Analizzando i dati di comScore, in effetti, appare inevitabile notare che, ad esempio, se su Facebook gli utenti trascorrono, mediamente, 405 minuti al mese, su Pinterest 89 minuti, su Google+, invece, soltanto 3 minuti.
La situazione nella quale si trova Google+, nonostante il crescente numero di iscritti, non sembrerebbe quindi essere tra le migliori.
La delusione viene poi evidenziata anche da molti brand che avevano scommesso su Google+ tra cui Zynga, l’azienda produttrice di diversi social games di successo, come ad esempio CityVille, che, ad esempio, non ha voluto rivelare i dati eccessivamente bassi relativi a G+, ma anche Intel.
Un portavoce di Google, comunque, ha già fatto sapere che i dati raccolti e diffusi da comScore risultano notevolmente ben più bassi di quelli che, invece, sono stati registrati internamente da big G ma, almeno per il momento, il gran colosso di Mountain View non ha ancora reso visibili tali statistiche ai propri utenti.
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