ICANN: ecco i domini web del futuro
L’ICANN (Internet Corporation for Assigned Named and Numbers), a poco meno di un anno di distanza dall’annuncio relativo alla liberalizzazione dei nomi di dominio di primo livello, ha presentato la lista delle richieste fatte da coloro che vanno a configurarsi come i colossi del business a livello mondiale.
Nello specifico, le richieste giunte all’ICANN sono state ben 884 per un totale di oltre 1.900 domini ed ogni azienda ha avuto l’opportunità di far richiesta di più di un dominio particolare.
Ciascuna azienda tra quelle presenti in elenco che, tra le altre cose, risulta anche consultabile online, ha potuto e può farsi assegnare nomi di dominio generici identificati come “stringhe”.
Le stringhe corrispondo al brand di riferimento e tra i principali grandi nomi che hanno provveduto a fare la propria richiesta risultano presenti anche Google, Apple, Microsoft, Samsung, Dell, Sony, Nokia, Netflix, Oracle, Cisco, Yahoo! ed AOL.
Non sono poi mancate le richieste fatte da importanti enti nazionali ed internazionali e quelle relative ai nomi di città e luoghi turistici famosi come, ad esempio, .barcelona, .amsterdam, .berlin etc.
Ad essere numerosi, però, sono anche i gTLD non brandizzati tra cui figurano le richieste di Amazon (.book, .fire, .music e .free), di Microsoft (.azure, .hotmail e .skype), di Symantec (.cloud, .protection e .antivirus) ed anche di Google con i suoi .lol, .cloud, .android e molti altri ancora, unitamente a quelli riguardanti i nomi di dominio comuni come nel caso di .free, .home, .movie etc. e quelli più bizzarri così come nel caso del tanto chiacchierato .lol.
Trattasi quindi, così come dichiarato dall’ICANN, di una vera e propria rivoluzione telematica (ma anche economica tenendo conto che la sola richiesta di registrazione di un gTLD costa non meno di centinaia di migliaia di dollari e che alle aziende viene richiesto un esborso aggiuntivo) ma ora toccherà attendere la fase successiva durante la quale avrà luogo la consultazione pubblica della durata di un paio di mesi ed entro la quale l’organizzazione accetterà commenti e lamentele in relazione a ciascun nome di dominio prima che possa diventare definitivo.
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