Megaupload, l’Fbi e i sequestri illegittimi
Ulteriori ed interessanti info sono in arrivo dal versante Megaupload: stando a quanto reso noto proprio nel corso delle ultime ore l’impero di Kim Dotcom, messo sotto sequestro in seguito all’arresto del suo stesso creatore, per legge sarebbe dovuto restare online ragion per cui l’Fbi avrebbe violato la giurisdizione.
Nello specifico l’Fbi, che si è fatta carico di applicare la legge americana contro la violazione del copyright relativamente a Megaupload e servizi annessi, avrebbe agito in maniera illegittima, così come sancito dal tribunale, sconfinando in Nuova Zelanda, ovvero il paese in cui è stata registrata la società .com e dove lo stesso Kim Dotcom risiede.
Helen Winkelmann, giudice dell’Alta Corte neozelandese, ha infatti emesso il parere che il blitz avvenuto il 19 gennaio 2012 è stato illegale, una dichiarazione questa che va a smontare ben metà dell’impianto accusatorio.
Ad essere contestata è, in maniera particolare, la procedura poiché l’operazione condotta nel modo in cui è stato fatto non è giustificabile con il reato dell’imptato.
A maggior ragione gli hard disk contenti le copie del presunto materiale pirata non avrebbero dovuto lasciare la Nuova Zelanda per nessun motivo al mondo per essere poi spediti negli Stati Uniti.
La situazione si fa quindi abbastanza complicata per i federali.
Se a tutto ciò viene poi sommato anche il fatto che, stando ai dati diffusi dallo stesso Dotcom, il portale Megaupload era assiduamente visitato dagli agenti dell’Fbi, da vari altri enti pubblici ed agenzie statunitensi allora la questione si fa ancora più complessa.
Per quanto riguarda invece il destino dei dati archiviati sui server di Megaupload al momento non risulta disponibile ancora alcuna novità ad eccezione del fatto che l’Fbi è stato citato in giudizio dalla Electronic Frontier Foundation.
Via | Mashable