Portogallo, il P2P è legale se senza scopi di lucro
In Portogallo la condivisione di file multimediali come, ad esempio, film e brani musicali in formato mp3, è considerata legale a patto però che non vi siano scopi di lucro.
Il P2P per uso personale, quindi, non è perseguibile, così come sancito dalla Procura Nazionale conseguenzialmente ad una vicenda iniziata lo scorso anno quando, appunto, l’ACAPOR (Associação do Comércio Audiovisual, Obras Culturais e de Entretenimento de Portugal) depositò in procura gli indirizzi IP di circa 2 mila utenti accusati di aver condiviso file protetti da copyright.
Giorni fa il Procuratore ha poi deciso di chiudere il caso sancendo la decisione in questione.
Le considerazioni che hanno portato alla chiusura del caso così come descritto sono essenzialmente due.
In primis appare opportuno tenere conto del fatto che la condivisione per uso personale di contenuti protetti da copyright non è un reato e in secondo luogo vi è poi da tenere presente il fatto che un indirizzo IP non può identificare univocamente una persona.
“Dal punto di vista giuridico, pur tenendo conto del fatto che gli utenti agiscono sia da uploader che downloader nelle reti file-sharing, la condotta è lecita, anche se continuano a condividere una volta che lo scaricamento è completato“, ha spiegato la Procura sottolineando che il diritto di copyright risulta secondario rispetto alla privacy e alla libertà d’espressione.
Inoltre, sempre secondo la Procura Generale, anche qualora un utente dovesse essere responsabile di condivisione illegale gli artisti dovrebbero esplicitamente dichiarare che non autorizzano la copia per uso personale.
Secondo l’ACAPOR la Procura ha deciso semplicemente di salvaguardare i propri interessi evitando in tal modo di spedire 2 mila lettere, ascoltare 2 mila persone e analizzare 2 mila computer.
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