Gli sviluppatori fanno di tutto per proteggere le proprie creazioni, soprattutto quelle che riescono ad ottenere un certo successo. Ricordiamo, ad esempio, la mossa di Facebook che decise di violare qualsiasi utilizzo delle parole “Insta” e “Gram”. Tutte le applicazioni che includevano uno dei due termini avrebbero passato non pochi guai. Adesso ci troviamo dinnanzi ad una situazione analoga, ma decisamente più strana.
King.com è riuscito ad accaparrarsi tutti i diritti di utilizzo in Europa della parola “Candy” che, come sicuramente saprete, è presente nel titolo della sua app di maggiore successo: Candy Crush Saga. Nessuno sviluppatore, dunque, potrà sfornare un gioco che nel nome includa anche la parola “caramella”. “Candy” è indubbiamente un termine molto utilizzato e la casa sviluppatrice King.com è riuscita ad attirarsi l’odio degli altri esperti del settore.
Esplode la Candy Jam, una trovata che cerca di contrastare il diritto di utilizzo ottenuto da King. Gli sviluppatori potranno inviare, entro il 3 febbraio, ad Apple dei giochi che nel loro nome includono proprio la parola proibita. Sono già stati lanciati oltre 100 game che sfoggiano nomi bizzarri come Candy Crap Saga, CanDieCanDieCanDie, Don’t Let the Candies Crush You, ThisGameIsNotAboutCandy, CANDY on the EDGE e molti altri.
L’iniziativa, ovviamente, cerca di acquistare visibilità tramite i social media. Candy Jam si fa spazio soprattutto su Twitter tramite l’hashtag #candyjam. King.com riuscirà a non farsi rubare la dolce caramella? La massiccia protesta potrebbe smuovere qualcosa. E voi, che cosa ne pensate, una casa sviluppatrice può avere dei diritti su una parola così comune?
Via| pocket-lint
Link Protesta | Candy Jam
#1Skywalkersenior
Ritengo semplicemente assurdo poter mettere un copyright su una parola così comune, anche se solo in ambito videoludico. Posso capirlo per un nome inventato (che richiede un certo “sforzo” intellettuale), ma non su parole che si trovano nel dizionario. Per lo stesso motivo ritengo ridicola la controversia tra Sky e Microsoft per l’uso, da parte di quest’ultima, del prefisso “Sky” di SkyDrive, visto che i due servizi non sono comunque confondibili (a differenza del prefisso “One” scelto successivamente, e che cozza col servizio di One.com che dà, appunto, un servizio di cloud storage analogo a quello di MS)