Mettiamo da parte la bufala su Kata ritrovata: gira inopportunamente su Facebook
I social possono essere d’aiuto in alcune circostanze, ma in altre rischiano di ostacolare il lavoro degli inquirenti, come abbiamo avuto modo di constatare in queste ore a proposito delle voci sulla piccola Kata ritrovata a Firenze. Post clickbait in distribuzione su Facebook che alimentano informazioni errate, ma che soprattutto rischiano di creare una sorta di effetto relax, per il quale eventuali avvistamenti della bambina potrebbero non essere segnalati alle autorità.
Nessuna conferma sulle voci rigurdanti Kata ritrovata: attenzione ai post Facebook
Dunque, non abbiamo motivo per credere alla storia su Kata ritrovata, nonostante sia questo l’annuncio che tutti vorrebbero dare. Anche i siti di fact checking lo riportano. Ad un mese dalla scomparsa di Kata, la bambina peruviana di 5 anni che abitava nell’ex hotel Astor, le ricerche continuano in ogni direzione. Ora si indaga su due sconosciuti che quel giorno sono entrati nell’ex Astor
A tre settimane dalla scomparsa di Kata, la bambina peruviana di 5 anni che abitava nell’ex hotel Astor, le ricerche continuano in ogni direzione. Nessuna richiesta di riscatto è arrivata alla famiglia, nessun segno finora è stato trovato che possa portare ai rapitori.
Per questo torniamo sempre al punto di partenza, quel cortile dell’albergo dove vivevano circa 140 persone che andavano e venivano tutti i giorni. L’attenzione degli inquirenti si sta ora concentrando sugli eventuali estranei che potrebbero essere entrati nell’edificio la mattina prima della scomparsa di Kata.
Le indagini
Per questo gli inquirenti stanno nuovamente passando al setaccio le telecamere puntate sull’ex albergo e sulle vie adiacenti, via Boccherini, via Maragliano e via Monteverdi. Si cercano prove da quanto raccontato da alcuni ex occupanti sentiti dagli inquirenti. In particolare c’è chi ha riferito di due persone che sabato mattina sarebbero andate in albergo a cercare lo zio di Kata.
Le indagini stanno cercando di ricostruire i rapporti conflittuali all’interno dell’edificio abusivamente occupato da settembre. L’episodio più grave è avvenuto lo scorso 28 maggio quando un gruppo di “residenti” nell’ex albergo ha aggredito un ecuadoriano di 48 anni che si è gettato dalla finestra del secondo piano per sfuggire all’aggressione. All’origine dei continui scontri tra bande di peruviani e rumeni ci sarebbe stato il racket degli affitti abusivi.
Il ricorso della Procura
Intanto arriva un appello del sostituto procuratore Luca Tescaroli, che sta coordinando le indagini per sequestro a scopo di estorsione con il procuratore antimafia Christine von Borries e con il pm Giuseppe Ledda: “Chi sa qualcosa venga a dircelo nell’interesse primario della bambina”. Di sicuro i post Facebook su Kata ritrovata non aiutano.