PrivacyDefender, impostare automaticamente il miglior livello di privacy su Facebook

Negli ultimi tempi, lungo l’intero web, le discussioni circa tutto quanto concerne privacy e sicurezza relative a Facebook, il ben noto ed affermato social network, risultano essere decisamente aumentate in conseguenza a tutta una serie di piccoli ma significativi cambiamenti che, giorno dopo giorno, sono andati ad investire il tanto amato prodotto di Mark Zuckerberg.

Considerando dunque tutto quanto appena affermato, quest’oggi soffermiamoci nel dare uno sguardo ad un interessante, nuovo ed apposito strumento web, ovviamente completamente gratuito ed utilizzabile da tutti gli iscritti alla ben nota rete sociale, grazie al quale, nel giro di pochi click, sarà possibile settare al meglio le impostazioni relative alla propria privacy su Facebook.

Quit Facebook fa fiasco, solo 34.000 utenti si cancellano dal social network

Mark Zuckerberg può continuare a dormire sonni tranquilli. L’iniziativa Quit Facebook Day, che aveva come scopo quello di far risvegliare le coscienze sull’argomento privacy e far cancellare dal social network quanti più utenti possibili in un solo giorno (il 31 maggio), si è rivelata un flop abbastanza clamoroso.

Al momento in cui scriviamo, il contatore degli utenti che hanno deciso di cancellarsi da Facebook per protesta segna quota 34.466, che considerati gli oltre 400 milioni di utenti attivi sul sito non è proprio un bel risultato. Fatti i dovuti calcoli, si tratta, infatti, di poco meno dello 0,01% degli iscritti.

Incognito Switcher, utilizzare Google Chrome per navigare in incognito ora è ancora più semplice!

Solcare il web in incognito costituisce senz’altro, in talune circostanze, un ottimo metodo mediante cui preservare quelle che sono le informazioni relative alla sessione di navigazione online in corso, implicando dunque l’impossibilità di reperire i dati relativi alla propria esplorazione del web sia nella cronologia del browser in uso che nella cache e nei cookies.

Ad esempio, per quanto concerne Google Chrome, è possibile sfruttare tale modalità di navigazione semplicemente selezionando la relativa voce dal menu strumenti della finestra del browser o, in alternativa, sfruttando l’apposita scorciatoia da tastiera.

Tuttavia, di default, il mitico browser targato big G non presenta alcuna opzione specifica mediante cui visionare rapidamente una determinata pagina web nel più totale, o quasi, anonimato.

YourOpenBook, leggere gli stati delle persone iscritte a facebook che non sono state molto attente alle impostazioni sulla privacy

Abbiamo già parlato di come migliorare la privacy del proprio account di facebook. Lo sappiamo tutti che è conosciuto come uno dei servizi più “anti privacy” esistenti al mondo, ma non possiamo dimenticare che se vogliamo possiamo difenderci. Per farlo è possibile giocare un po’ con le impostazioni, oppure usare un servizio che vi ho mostrato qualche giorno fa, si chiama Save  Face (permette di settare tutte le opzioni nel migliore dei modi, senza che noi facessimo nulla, o quasi).

Oggi, invece, voglio mostrarvi un servizio che permette di cercare tra le frasi personali di tutti quegli utenti che hanno ignorato i consigli di blog come questo, o semplicemente non sanno a cosa vanno incontro se non stanno attenti. Il nome del servizio è Your Open Book ed ha una grafica identica al facebook di qualche mese fa.

SaveFace, settare automaticamente nel migliore dei modi le impostazioni sulla Privacy di facebook

Sapete benissimo che facebook non è famoso per la sua privacy, bensì per il contrario, ed è forse per questo che è usato da così tante persone in tutto il mondo. Diciamocelo una parte di noi vuole far sapere i nostri fatti ad estranei che probabilmente non conosceremo mai. Molti di noi, però, vorrebbero mantenere uno stato di privacy almeno decente, per non incappare nella fastidiosa situazione di una fuga di informazioni sul nostro conto.

Possiamo anche dire con assoluta tranquillità che le impostazioni della privacy di facebook non brillano nemmeno di facilità d’utilizzo, poi sono suddivise in così tante categorie che bisognerebbe perderci qualche minuto per impostare tutto correttamente e non avere problemi. Capita anche che, nonostante avessimo impiegato la massima attenzione, qualcosa ci sfugga. Magari può essere un album fotografico, o forse un’impostazione nascosta da qualche parte che consente ai nostri amici di condividere con il resto del mondo qualcosa di nostro (io avevo una cosa del genere e non lo sapevo).

Il cloud computing? Un rischio più che un’opportunità, parola di esperto

Con lo svelamento dei prezzi dei netbook animati da Chrome OS, il sistema operativo online di Google, il cloud computing è tornato al centro della scena internazionale. Non senza scatenare qualche polemica. In particolare, nelle ultime ore hanno fatto molto rumore le dichiarazioni di David Kanter, quotato analista ed esperto informatico, il quale ha sostanzialmente affermato che il cloud computing è più un rischio che un’opportunità.

Il pensiero alla base della provocazione di Kanter è che utilizzare uno stesso hardware ed uno stesso software (quelli remoti che permettono ai servizi cloud di funzionare) in più persone è sempre poco sicuro. “Quando si utilizzano i servizi cloud, ogni utente viene isolato attraverso l’OS o la virtualizzazione, ma ciò – ha spiegato l’esperto – non garantisce una sicurezza impenetrabile al 100%, in quanto sia il sistema operativo che l’hypervisor possono essere “bucati” in qualsiasi momento. Ed anche l’hardware può essere soggetto a diverse vulnerabilità”.

Salvaguardare la privacy su Google Street View: come offuscare volti, case ed automobili

Come abbiamo avuto modo di verificare nel corso del tempo, Google Street View è divenuto un prodotto sempre più evoluto andando a presentare delle caratteristiche estremamente interessanti e fornendo dunque la possibilità di visionare interi percorsi stradali in 3D, analogamente a quanto è possibile fare di persona.

Le immagini utilizzate per riprodurre i vari ambienti tridimensionali, come già affermato più volte, non sono altro che appositi scatti realizzati direttamente dalle mitiche Google Car, le automobili targate big G appositamente preposte al fine di fotografare strade, palazzi e tutto quanto appaia lungo l’intero percorso compiuto.

Tuttavia sono parecchi gli utenti che, giorno dopo giorno, hanno iniziato a lamentare preoccupazioni circa la propria privacy poiché, come sicuramente avrete avuto modo di notare (e se non lo avete mai fatto allora forse è il caso di iniziare…) le immagini presenti su Google Street View, spesse volte, raffigurano anche persone, macchine o abitazioni talvolta facilmente identificabili.

Hidden File Manager, utilizzare una semplice utility per nascondere facilmente i file in Windows

Indubbiamente ciascuno di noi, sul proprio PC, ha file, dati o documenti che, per un motivo o per un altro, preferisce tenere lontani da quelli che sono gli occhi indiscreti di amici, parenti, colleghi o quant’altro.

Fin quando si tratta di un PC legato ad un utilizzo strettamente personale il problema non si pone ma, nel caso in cui la postazione multimediale in questione fosse soggetta al passaggio tra più utenti, come ad esempio è facile che avvenga in una famiglia, allora la cosa diviene un tantino più complicata.

Tuttavia, se si utilizza un OS di casa Windows, è possibile ricorrere all’utilizzo di un simpatico trucchetto mediante cui nascondere alla vista di chiunque quelli che sono gli elementi d’interesse personale.

Google: possiamo sapere tutto di tutti. Ma va?

Se il darsi la zappa sui piedi fosse uno sport olimpico, Eric Schmidt avrebbe già vinto una bella medaglia d’oro. A pochi giorni dalla querelle relativa alla privacy violata in Google Buzz, il CEO di Google è infatti intervenuto al Mobile World Congress 2010 di Barcellona (una delle manifestazioni più importanti nel mondo della telefonia mobile) sparando una frase di quelle che non si scordano facilmente: «se lo volessimo, potremmo conoscere letteralmente tutto di tutti».

Certo, direte voi, nulla di nuovo sotto il sole. Sappiamo tutti che “big G” ci osserva continuamente e ci conosce meglio dei nostri amici, ma sentire le ammissioni di un “reo confesso” fa sempre un certo effetto. Ciò detto, forse adesso è meglio andare a contestualizzare il discorso e vedere dov’è che il buon Schmidt è “incespicato”.

L’argomento trattato dal guru di Mountain View nel suo keynote è stato, inevitabilmente, quello del micro-blogging in tutte le sue sfaccettature (quello che permette di fare Google Buzz, detto in parole povere). Secondo il CEO di Google, questi social network sono “così intrusivi che, se lo volessimo, potremmo conoscere letteralmente tutto di tutti. Cosa stanno facendo le persone in un determinato momento, i loro interessi e molto altro ancora”.

Google Buzz, è già rivoluzione: tante novità all’insegna della privacy

A meno di una settimana dal lancio, c’è già aria di grosse novità in casa Google Buzz. Tutta colpa (o merito) delle tantissime e-mail di protesta giunte al colosso di Mountain View, che questa volta non ha potuto fare orecchie da mercante ed ha provveduto a rivoluzionare il suo social network, introducendo in esso tante novità all’insegna della privacy.

Tre i principali cambiamenti subiti dal servizio. In primis, la funzione di auto-follow è stata sostituita dai consigli, in questo modo è l’utente e non più Google a scegliere i contatti da seguire. Poi, è stata abolita la connessione automatica di Buzz con gli album pubblici di Picasa e gli elementi condivisi di Google Reader, che rimane disponibile ma solo in base alle scelte dell’utente. Infine, entro breve verrà aggiunta una scheda dedicata a Google Buzz nella pagina delle impostazioni di Gmail, attraverso cui regolare le impostazioni sulla privacy relative alla nuova rete sociale di ‘big G’, rimuovere Buzz da Gmail o disabilitarlo del tutto.

SaveIt, proteggiamo i programmi con una password

In quasi tutte le famiglie, oramai, troviamo almeno un computer condiviso da tutti i membri del nucleo familiare, con conseguenza di dover rinunciare a una bella fetta di privacy, considerando la relativa facilità che i nostri familiari troveranno nel guardare i nostri file.

Fortunatamente esistono software freeware che consentono di inserire password ai file, in modo da renderli illeggibili senza di essa. In questo modo possiamo dormire tranquillamente sapendo che un guardiano sta proteggendo le nostre informazioni private.

Oggi invece voglio presentarvi un software che non proteggerà i file, ma programmi, grazie all’uso di una password. Si chiama Save It, è un freeware e la sua grafica potrebbe deludervi, ma non il suo funzionamento.

Private Browsing Window, navigazioni anonime simultanee su Firefox

Visto l’evolversi delle sempre maggiori richieste di privacy da parte degli utenti, Mozilla (come tante altre società) ha deciso di introdurre dalla versione 3.5 di Firefox la funzione Private Browsing, ovvero la possibilità di avviare una sessione del browser completamente anonima, senza salvare quindi cronologia, cookie, dati dei siti visitati e via dicendo. Una funzione utile in tutti i casi, ma specialmente nel caso in cui utilizzassimo un computer con altri 3-4 utenti, rischiando così di far conoscere a tutti i siti web che visitiamo.

Adobe Flash Player 10.1 supporterà la modalità Private Browsing

L’importanza della Privacy, un aspetto molto spesso trascurato da tutti, è senza dubbio tantissima, anche se qualche volta si rischia di esagerare con le tutele preventive e le obbligazioni, soprattutto quando si parla di Privacy Online, un tema tra i più caldi degli ultimi anni e che ha visto protagonista poco tempo fa proprio il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, il quale ha dichiarato che la privacy su internet si sta evolvendo giustificando così le nuove (e piuttosto permissive) impostazioni per la privacy di Facebook.

Importante modifica alle notifiche di Facebook

Come Facebook annunciò in Ottobre e come vi abbiamo riportato, gli sviluppatori non saranno più in grado di inviarvi messaggi tramite il sistema di notifiche di Facebook, ma dovranno utilizzare i vostri indirizzi email.

Questo significa che da offi in poi, quando installerete un’applicaizone Facebook potrebbe venirvi richiesto, anzi lo sarà sicuramente, il vostro indirizzo email. A tutela della vostra privacy Facebook metterà a vostra disposizione un indirizzo alias da utilizzare.

I motivi che hanno portato Facebook a questa decisione sono vari, innanzitutto in questo modo libereranno un po’ i server dalle milion di notifiche, se non miliardi, che ogni giorno arrivano dalle applicazioni agli utenti. In econdo luogo in questo modo i rapporti fra sviluppatori ed utenti non saranno più mediati da Facebook.