Twitter Lists, una nuova, segreta, funzione di Twitter

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Twitter ha distribuito, al momento non per tutti gli utenti, una nuova funzione, Twitter Lists, che ci ha molto incuriosito e che crediamo potrebbe interessarvi.

Ammettiamo che definirla segreta è un’esagerazione, ma ci siamo fatti prendere dallo spirito con cui Twitter ha diffuso questa nuova funzione ad alcuni utenti; con un messaggio che indicava la disponibilità di Twitter Lists e invitava a non twittare ancora la notizia. L’invito alla discrezione ovviamente ha suscitato in noi come nel resto della blogosfera un meccanismo di psicologia inversa ed eccoci qui a parlarne.

Twitter Lists permette agli utenti di Twitter di creare delle liste di feed. In parole povere sarà possibile creare una streamline composta di qualunque utente Twitter desiderassimo. Una List si comporta esattamente come un utente. I tweets degli utenti che avete aggiunto alla lista, o in twittese, che la lista “segue”, costituiscono il contenuto della lista; a sua volta una List può essere “followed” da altri utenti.

Nella sidebar della vostra homepage comparirà una nuova voce, per l’appunto la voce Lists, al di sotto della quale saranno elencate le Lists di cui fate parte. Cliccando su ognuna di esse la vostra home mostrerà lo stream generato dai membri della List.

Appboy, un social network per App mobile

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iPhone, Android, Blackberry, etc. stanno inondando la rete di nuovi software meglio conosciuti come app. Chi con store traboccanti di applicazioni chi con una comunità di sviluppatori all’opera, hanno dato vita ad un nuovo genere di software ed ovviamente ad un nuovo mercato.

Nonostante il boom che la vendita di iPhone abbia dato al mercato Mobile, non è ancora comparabile all’industria del desktop e lo si nota dal fatto che sono ancora pochi i social network per il rating di questi specifici software, ancora meno le sezioni specializzate dei poli d’informazione di settore sul web.

Per questo vogliamo segnalarmi Appboy.com, un social network che mira a fare incontrare sviluppatori e idee con un modo davvero singolare. Prima di tutto Appboy funziona come enorme catalogo di applicazioni, tutti gli utenti possono postare un’applicazione a prescindere dal sistema operativo.

Ogni applicazione postata genera una pagina nella quale sono presenti le informazioni e le immagini da voi inserite. Di qui sarà possibile per gli utenti commentare l’applicazione e assegnarle un rating da 1 a 5. Ottimo sia che vogliate sottoporre alla valutazione della comunità un’app sulla quale avete dubbi, sia che cerchiate un terzo parere dopo recensioni sugli store e blog.

Twitter diventa materia universitaria

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La Griffith University dell’Australia ha introdotto una nuova materia nei suoi corsi di giornalismo, denominandola Twitter Writing.

Secondo il Preside della Facoltà i giornalisti dell’immediato futuro dovranno saper districarsi fra i social media come fra gli archivi giornalistici, per questo motivo Twitter Writing è una materia obbligatoria e non opzionale.

Twitter ci ha già mostrato diversi successi da questo punto di vista. E’ capitato più volte che alcune notizie venissero date prima, o in modo più completo, dagli utenti di Twitter, piuttosto che dai grandi network dell’informazione come la CNN piuttosto che le agenzie di stampa.

Inoltre Twitter, con la sua particolarità dei 140 caratteri, porta alle estreme conseguenze le cinque regole del giornalismo, Who, What, Why, When and Where. Le cinque domande a cui un’informazione, per quanto breve possa essere, deve rispondere affinché sia giornalisticamente completa.

L’autoironia di Facebook passa per i suoi gruppi

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Facebook come qualunque fenomeno di massa è inevitabilmente esposto ad un fenomeno che chiameremo “bastiancontrarismo”. Ogni qual volta agisce dal centro, con un cambiamento nelle sue policy o con un aggiornamento della sua interfaccia, immediatamente milioni di persone sentono la necessità di schierarsi a favore o contro.

Abbiamo assistito a questo fenomeno in più di un occasione. In caso di procedimenti giudiziari a causa di utenti, nel caso di particolari attenzioni di Facebook nei confronti di altrettanto particolari paesi, quando furono introdotte le nuove home page ed in altre decine di occasioni che non citiamo per amore dei nostri lettori.

Il fenomeno è tanto conosciuto che su Facebook esiste un gruppo “I AUTOMATICALLY HATE THE NEW FACEBOOK HOMEPAGE“, con bel 11936 membri al momento in cui questo articolo è stato scritto. Fra gli 11936 membri c’è la solita varietà a cui Facebook ci ha abituati, ma da qualche giorno c’è un nome che probabilmente spiccherà più di altri.

L’inventore del WWW su Twitter

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Timothy John, meglio conosciuto come Tim Berners – Lee, ha creato un account su Twitter e dato alcune delle sue prime impressioni sul social network più in crescita del momento.

Timothy John, per chi non lo sapesse, è l’ingegnere del MIT che ha inventato il World Wide Web e direttore del W3C, l’organismo internazionale che determina gli standard di qualità del web. I webmaster lo conoscono bene, dal momento che un sito che si rispetti ottiene l’approvazione, automatizzata si intende, del W3C.

Timothy John ha approcciato a Twitter attraverso il sito madre e un’applicazione, Tweetie, che in questi giorni sta facendo tanto parlare di se grazie alla sua versione mobile, Tweetie 2.0, che sta spopolando e forse definendo uno standard per le applicazioni mobile di Twitter.

Il primo giudizio non è dei migliori e dovrebbe far riflettere Evan Williams, il creatore di Twitter, e gli sviluppatori di Tweetie. Secondo Timothy John infatti, entrambe le interfacce risultano confusionarie e poco intuitive.

Twitter rimuove i tweets cancellati dai risultati di ricerca

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Nonostante molti utenti non ne siano affatto a conoscenza, Twitter (almeno fino a poco tempo fa) non rimuoveva i tweets cancellati dai risultati di ricerca, lasciando quindi negli indici dei risultati inutili ed inesistenti, facendo di conseguenza perdere molto tempo agli utenti. Inoltre, nel caso in cui avessimo cancellato il tweet per rimuovere un’informazione sbagliata e/o per correggere un’errore, la sua permanenza nei risultati di ricerca poteva senza dubbio aumentare i danni e creare spiacevoli inconvenienti.

La nuova homepage di Facebook

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Come annunciato Facebook oggi ha publicato la sua nuova homepage, con qualche modifica in forma e ranking delle informazioni e con le inevitabili proteste che Facebook suscita ogni qual volta introduce una novità.

La nuova homepage di Facebook si presenta con un link che vi permetterà di cambiare fra due modalità. Una è detta News Feed, conterrà una selezione del materiale più attivo e le stories che Facebook ritiene siano più interessanti per voi.

La misura dell’attività avviene sul tempo speso su ciascuna story nell’interagire con questa e ovviamente nella quantità di partecipazione che totalizza. L’altra opzione è invece il Live Feed, quello a cui ci siamo ormai abituati dall’ultimo aggiornamento della homepage, l’attività del nostro network è mostrata in tempo reale attravrso un counter che ci indichi il numero di nuovi post dal momento dell’ultimo refresh.

Tiscali presenta la Social Mail

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Tiscali ha presentato ieri un’innovazione nella sua webmail che dovrebbe far vergognare i big del web per non averci pensato o comunque per non averla ancora introdotta.

L’email, già si è discusso altre volte, è il centro del nostro network, la nostra identità sul web in definitiva. Anche se molti dei nostri contatti oggi non approdano neanche alla nostra email, collegandoci a loro direttamente tramite i social network come Facebook, l’email rimane il centro essendo il modo in cui Facebook ci riconosce sulla rete.

Spesso capita di voler condividere i contenuti di un’email, degli allegati o semplicemente delle conversazioni sui nostri social network preferiti. Così che si comincia con le frustranti operazioni di copia/incolla, url shortening, file hosting etc. Ciò rende la condivisione dal centro della nostro network noiosa e oscura per buona parte degli utenti.

Tiscali nella sua Social Mail ha pensato bene di integrare la condivisione diretta sui social network attraverso un click. I messaggi che condividerete potranno essere editati in tutte le loro parti e si potranno condividere in automatico anche gli allegati.

Twitter raggiunge i 5 miliardi di tweets

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Cinguettii, cinguettii, cinguettii: da molto tempo ormai questo sereno suono primaverile è diventato molto, molto familiare per tutti gli utenti del Web. Ovviamente, stiamo parlando di Twitter, il social network creato da Jack Dorsey che continua ad inseguire Facebook per il predominio sul mondo dei Social Network. Che a quanto pare, nell’ultimo anno ha quintuplicato la sua presenza sul web, complice anche l’aumento degli utenti e la grossa pubblicità dovuta all’intenso uso da parte di numerosissimi Vip, in maggioranza statunitensi.

Digg punta di più sugli Ads

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La questione del come fare soldi dalla rete rimane come sempre una delle questioni di punta sulla blogosfera. I grandi della rete hanno in qualche modo escogitato qualcosa, Google con i suoi programmi AdWords fa miliardi, Facebook durante il corrente mese ha finalmente generato profitti, in buona parte grazie ai suoi Social Ads.

Un altro grande protagonisti sulla scena degli Ads, anche se non della mole di Google e Facebook, è Digg, il noto servizio di tracking.

Lo staff di Digg già è da un po’ che sta lavorando a migliorare il proprio servizio di Ads, le percentuali di click tradizionali possono andar bene per Google, che gioca su un numero di impressions inequiparato. Ma quando servizi meno capillari come Facebook o Digg devono incominciare a tirare acqua al mulino, hanno bisogno di invntarsi qualcosa di più remunerativo.

Il team di Digg ha sviluppato ed implementato diverse idee valide, ultima la possibilità di integrare stories esistenti all’interno degli ads. I publisher saranno in grado di selezionare alcuni digg che ritengono inerenti alla propria campagna, ed inserirli nel box dell’ad che pubblicheranno.

App of the Day, rating nel caos

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Uno dei grandi vantaggi dell’avere un iPhone è di poter accedere ad un bacino di oltre 85.000 applicazioni, fra gratuite e a pagamento, presenti nell App Store di Apple.

I controlli della Apple sulle applicazioni che accedono all’App Store sono noti e temuti fra gli sviluppatori. Non esistono veri e propri criteri di selezioni, o quanto meno non sono resi pubblici. L’App Store si riserva il diritto di rifiutare ad oltranza le applicazioni che gli vengono sottoposte, anche con rifiuti non motivati.

Se da un lato questo pone un enorme limite alle possibilità di sviluppo del mondo iPhone, dall’altro assicura che gli utenti non si ritrovino a scaricare o peggio ad acquistare applicazioni che non danno quello che promettono.

Anche se finora non si può certo dire che il sistema non abbia funzionato, capita sempre più spesso di trovare nell’App Store applicazioni scricchiolanti, che non fanno ciò che si credeva facessero, che non sono state chiare nella descrizione, insomma che non soddisfano le aspettative degli utenti.

Twitter mobile anche in Giappone

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Twitter sta puntando sempre più ad una diffusione internazionale capillare. Dopo il Regno Unito e pochi giorni fa l’India, oggi anche il Giappone sarà in grado di accedere ai servizi mobile di Twitter.

Non che finora fosse impossibile per gli utenti giapponesi, ma certamente scomodo, dal momento che un buon numero di funzioni erano incompatibili con alcune particolarità del web giapponese.

I mercati asiatici fanno decisamente gola ai protagonisti della New Economy, il numero di utenti potenziali e l’appeal che la rete esercita su questi ne fa un piatto ghiotto per i social network. Nonostante ciò l’ingresso non è privo di ostacoli.

Le differenze culturali e linguistiche, oltre ai limiti legali che alcuni paesi dell’Asia pongono alla navigazione, rallentano brusacmente l’introduzione di questi servizi. Statisticamente gli utenti asiatici sono meno entusiasti degli occidentali nella condivisione della propria vita privata, e Twitter è ne paga direttamente le conseguenze.

Facebook sbarca in Italia!

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Ebbene si, le truppe del socialnetwork più diffuso al mondo hanno invaso anche l’Italia. Per dirla in termini meno bellicosi, Facebook ha annunciato mediante un comunicato stampa che aprirà a Milano un ufficio commerciale per offrire piena assistenza alle aziende italiane che intendono pubblicizzarsi sul social network.

Questa iniziativa è giustificata principalmente dall’immenso successo che ha avuto il servizio nel Belpaese, basti pensare allo sbalorditivo dato dei 12milioni di account registrati (più o meno un account ogni 5 abitanti).