Nuove funzionalità enterprise per Google Analytics

Google Analytics

Non passo giorno che non arrivano notizie dal mondo di Google. Ieri Geekissimo vi parlava di Android il primo sistema operativo per cellulari ideato da Google. Oggi dal blog ufficiale di Google Italia, arrivano interessanti notizie riguardo il famoso Google Analytics.

Google Analytics è il programma per contare le visite di Google. Quest’applicazione è sicuramente la più famosa e utilizzata della rete. Oggi però, arrivano interessanti notizie riguardo a delle nuove funzioni Enterprise per tutti gli utenti di Analytics.

Cligs, accorciamo i nostri URLs osservando le loro statistiche

Ancora Web 2.0! Non so esattamente il perché ma credo abbiate tutti notato che ho una particolare attinenza con questo argomento. Mi attirano molto le applicazioni online che avvantaggiano tutti i Geek senza nemmeno sforzarsi di installare alcun software sul Desktop.
Ebbene, anche oggi ci dirigiamo verso questa strada giungendo a Cligs, un interessante progetto online il quale permette ad ognuno di noi di accorciare URLs.

A differenza di altri, con Cligs potremo analizzare i nostri “shorts URLs” osservando varie statistiche, come i click che vengono effettuati in questi, a patto di essere registrati molto rapidamente.

Se gli utenti dialup non vogliono la banda larga. E tu come stai messo?

Modem

Molti utenti non ancora raggiunti dalla banda larga, almeno negli Stati Uniti, dove è stata condotta un’interessante ricerca, ammettono di non essere interessati all’Adsl e di essere contenti di utilizzare il caro vecchio modem 56k. Incredibile ma vero: basti pensare a quanti di noi (me per primo) abbiamo dovuto tribolare anni e anni nell’attesa dell’arrivo della linea Dsl nel nostro palazzo.

Ebbene: secondo l’indagine del Pew Internet and American Life Project, solo il 14 per cento degli utenti dial-up si è definito “disperato” per non essere ancora stati raggiunti dalla banda larga. Il 35 per cento degli intervistati, invece, spiega di non essere interessato all’Adsl perché i prezzi dei collegamenti sono troppo alti e perché per sfruttarne al meglio le potenzialità dovrebbero acquistare del nuovo hardware, mentre il 19 per cento proprio non si dice interessato all’argomento, tanto che “nessun fattore potrebbe essere convincente”. Per la serie: se le cose stanno così, cosa spinge le varie compagnie telefoniche a far arrivare la linea veloce nelle aree rurali e più remote delle nostre nazioni?

Internet, situazione disastrosa in Italia: siamo il fanalino di coda dell’Europa e il 56% non utilizza la Rete

ItaliaPc

La pessima situazione economico-politico-culturale in cui versa il nostro paese ormai da diversi anni sta incidendo anche – non poteva non essere così – sullo scarso livello di avanzamento tecnologico, che ci porta, dati alla mano, ad essere in ritardo sulla media dell’Europa a 27 anche sull’utilizzo dei servizi online. È quanto merge dal rapporto annuale dell’Assiform (l’Associazione italiana dell’Information Technology), in cui si sottolinea, però, che l’Italia, nonostante i ritardi, “è in compenso seconda in Europa quanto a quota di popolazione con elevate capacità di utilizzare internet: il 9 per cento, subito sotto la Francia (12 per cento) e sopra la media europea (8 per cento).

Ma parliamo delle brutte notizie: nella Pubblica Amministrazione, ad esempio, la rete viene utilizzata al 17 per cento, a fronte di una media europea del 30 per cento (siamo, quindi, sotto e di molto!), con un gradimento dei cittadini in diminuzione per quanto riguarda i servizi offerti in rete. La situazione non è migliore se si guarda al mercato: l’internet banking è utilizzato solamente dal 12 per cento della popolazione, rispetto al 25 per cento della media europea; l’e-commerce sviluppa il 2 per cento del totale delle vendite al dettaglio, mentre la media europea viaggia a quota 11 per cento (ma qui lo sappiamo qual è il problema, e ne abbiamo più volte parlato: spesso i beni acquistati non arrivano a destinazione!).

Alcuni numeri su Opera 9.5 e sul DownloadDay di Firefox3!

Alcuni numeri su Opera 9.5 e sul DownloadDay di Firefox3!

L’uscita di Firefox 3 e Opera 9.5 sono state quasi contemporanee, il browser della grande O in 5 giorni è stato scaricato 4,7 milioni di volte, un risultato positivo se si pensa ai 20 milioni di utenti che utilizzano Opera. Mozilla, che invece combatteva per un record ha registrato 2GB di traffico HTTP al secondo, 13 Gigabits scaricati ogni secondo.

Si stimano 150 download al secondo, e quindi 9000 al minuto. Davvero niente male. Per quanto riguarda il record, 3 minuti dopo la fine ufficiale del Download Day, il contatore segnava quota 8,271,687 download. Questa la classifica:

Secondo una ricerca i cosiddetti “giovani” sarebbero “molto felici” di pagare per scaricare musica legalmente

Musica

Premesso che io odio la parola “giovani”, oggi parliamo di una statistica inglese che farà molto parlare di sé e di conseguenza discutere: da un sondaggio fatto tra ragazzi e ragazze che hanno tra i 14 e i 24 anni è emerso che la fascia più giovane non disdegna pagare per ottenere file musicali… l’importante però è che col pagamento se ne ricevano anche tutti i diritti illimitati di utilizzo. Il sondaggio è stato commissionato dalla British Music Rights, l’equivalente dell’italiana Siae.

Tra i risultati colpisce il fatto che l’80 per cento degli utenti di programmi peer-to-peer (come il pluripremiato eMule, solo per fare un esempio) si è detto disponibile a pagare affinché il file-sharing sia legalizzato. Il problema è che tutto questo esiste già, almeno per quanto riguarda la musica. Basti guardare iTunes o altri “negozi online” di mp3, che non costano poi molto (un euro per un brano, dieci euro per un album circa); il problema però, come al solito, sono i Drm, e cioè le limitazioni a copiare il brano scaricato sui computer o i lettori musicali degli amici. Insomma: ragazzi e ragazze vogliono possedere e controllare la propria musica.

Il mercato delle telecomunicazioni è completamente impreparato alla crisi della telefonia fissa

Telefoni

Come sappiamo tutti, oggi dovrebbe essere finalmente presentata la nuova versione dell’iPhone, il famoso iPhone 2.0 o iPhone 3G che – speriamo al più presto – verrà commercializzato anche in Italia (anzi, vi consiglio ovviamente di seguire tutte le novità su TheAppleLounge.com). Ebbene, proprio pochi giorni fa è stata diffusa una ricerca secondo cui il mercato delle telecomunicazioni sia impreparato alla crisi della telefonia fissa. La cricerca, promossa da Jajah (società di comunicazione specializzata in servizi VoIP), pone l’accento sul fatto che i principali responsabili delle società di telecomunicazioni globali siano molto preoccupati della riduzione delle linee di telefonia fissa e della continua crescita dei servizi basati su Ip.

“Il principale timore dei carrier – si legge – riguarda indiscutibilmente il crescente abbandono della telefonia fissa tradizionale. Per sostituire il conseguente crollo dei ricavi, i migliori candidati player sul mercato si rivelano quelli in grado offrire servizi a valore aggiunto basati su Ip con nuove strategie di prezzo, sebbene molte aziende debbano ancora definire le rispettive strategie relative all’IP”. Tra l’altro, i dati sono anche confermati da una recente indagine, secondo cui quasi una famiglia statunitense su sei (poco più del 15 per cento) non possegga una linea fissa, e che quasi tre famiglie su dieci possiedono solo il telefono cellulare e non ricorrono praticamente mai all’apparecchio tradizionale.

I domini più pericolosi del Web, secondo McAfee. Da evitare? Soprattutto Hong-Kong, Cina e Filippine

Domini

Quali sono i domini che tendono ad essere più pericolosi sul Web, per via dei tanti server “distributori” di malware? A stilare la speciale classifica è la McAfee, società produttrice di software antivirus, secondo cui al primo posto ci sarebbero i domini con base a Hong-Kong (.hk) con il 19,2 per cento di rischio. A seguire, i domini di Cina (.cn), Filippine (.ph), Romania (.ro) e Russia (.ru). Al contrario, i domini che dovrebbero essere più sicuri (perché meno portatori di malware) sono Finlandia (.fi), Giappone (.jp), Norvegia (.no), Slovenia (.si) e Colombia (.co).

Inoltre, se si fa un calcolo generale e si analizzano tutti i domini, risulta che la possibilità di scaricare spyware, adware, virus e altri tipi di software non desiderato è salita (addirittura!) del 41,5 per cento rispetto al 2007. Anche se la percentuale maggiore di rischio appare sui siti che utilizzano il dominio .hk, non è detto che questi fanno tutti capo alla città di Hong-Kong: molti magari utilizzano società di registrazione siti con base a Hong-Kong magari perché sono convenienti dal punto di vista economico o chiedono pochi documenti per l’avvio delle pratiche.

Confrontare le statistiche relative ai Feed di più blog con FeedCompare

Vi abbiamo parlato qualche tempo fa di Feed Analysis, un servizio davvero molto utile in grado di fornire, sotto forma di grafici interattivi, un’ accurata analisi relativa ad un feed Rss feedburner. Oggi ritorniamo sull’argomento, e lo facciamo con FeedCompare.

Il servizio è sicuramente meno completo rispetto a Feed Analysis, ma offre una caratteristica unica nel suo genere. Permette infatti di confrontare, proiettando i dati su un grafico, il numero di iscritti ai feed rss di uno o più blog, fino ad un massimo di 4.

Gli utenti del Web e l’egoismo

Utenti

Sembra che gli utenti del Web (noi, quindi!) siano diventati molto, molto egoisti. Lo rivela il report annuale sulle abitudini in rete e l’usabilità stilato dal “guru” Jakob Nielsen, secondo cui sul Web si diventa molto poco pazienti. Invece di “perdere tempo” su siti poco interessanti, gli utenti starebbero diventando sempre più impazienti e vorrebbero arrivare subito “al sodo” (cioè a quello che cercano), completare quello che devono fare e andarsene.

Se facciamo un paragone con il 1999, attualmente il 75 per cento delle persone ammette di andare online ed essere soddisfatto per aver completato quello che doveva fare; nove anni fa, invece, solo il 60 per cento era soddisfatto. Secondo Nielsen ci sono due ragioni. “I design dei siti Web sono migliorati, e gli utenti si sono abituati meglio agli ambienti interattivi”. Inoltre (ma questo – ammettiamolo – è un bene) i navigatori iniziano ad essere anche molto sospettosi di offerte e promozioni.

81.344.426 volte VLC!

Nel momento in cui vi scrivo l’ ultima versione diVLC(0.8.6), il noto e celebre video player della videolan, è stato scaricato, alla velocità media di 2/3 download al secondo volte.
Una cifra elevatissima, che consacra il successo riscosso dal software, al di sopra di ogni aspettativa.
Dalla prima versione e dall’inizio del conteggio, fine febbraio 2005, VLC è stato scaricato circa 55.000 volte al giorno.

Il motivo di tanto successo è da ricercare soprattutto nella grande versatilità del software, in grado di riprodurre senza richiedere alcun codec praticamente tutti i tipi di file multimediali. Nell’ accrescere la sua diffusione ha svolto un ruolo fondamentale il fatto che è distribuito gratuitamente ed è supportato da qualsiasi sistema operativo.

I blog sorpassano Newspaper & Magazine in popolarità su Google

Blogs sorpassano Newspapers & Magazines in popolarità su Google

Utilizzando il servizio Google Trends che compara le parole più cercate su Google, è stato fatto un paragone tra la popolarità di giornali, magazine e blog. Ebbene a quanto pare i blog hanno superato gli altre due categorie per popolarità.

Già da come si può osservare dal grafico notiamo un progressivo regresso dei giornali a partire dal 2004 fino al pareggio durante lo scorso anno, e il sorpasso dai parte dei blog durante quest’anno. Per quanto riguarda i magazine già dal 2005 sono stati sorpassati per popolarità su Google.

Il 68% dei video online sono targati Google

Più passa il tempo, e più Google rafforza la sua supremazia nel Web. Nonostante gli ultimi mesi abbiano visto l’azienda di Mountain View adombrata dall’imponente polverone sollevato dalla questione Microsoft-Yahoo!, la leadership di Google non è stata minimamente intaccata. Anche nel settore video la cantilena è la stessa, anzi, mai come in quel caso si può notare quanto le altre aziende siano impotenti al cospetto del colosso Google.

Nel mese di Marzo infatti sono stati guardati negli Stati Uniti ben 11.5 Miliardi di video online, e stando a quanto emerge dalle statistiche i siti web di Google hanno servito il 68% dei video totali, in crescita del 2.6% rispetto al mese di Febbraio.
A fare la differenza sembra essere proprio YouTube, che raccogliendo il 98% degli utenti totali per Google si dimostra ancora una volta come il sito web più importante del settore.

I “patiti” dell’informatica, i cosiddetti “early-adopters”, spendono molto più tempo con Microsoft che non con Google, Facebook, Skype…

Statistiche

Quando i patiti dell’informatica si siedono al computer quali software utilizzano? E di quali appicazioni Web o siti si servono? Stando a una nuova ricerca, tutte applicazioni Microsoft: Outlook, Office e Msn. Lo studio è stato effettuato utilizzando il servizio RescueTime, l’applicazione di produttività che monitora l’ammontare di tempo che un utente spende per ogni applicazione disponibile sul proprio computer.

Il sondaggio è stato effettuato su 30mila utenti (molti dei quali cosiddetti “early-adopters”, cioè i patiti di internet, computer&tecnologia che prima degli altri amano provare nuovi prodotti e servizi) e tiene in considerazione poco più di 475mila ore di lavoro. E così si scopre che Gmail, Facebook e Skype, applicazioni considerate “utilizzatissime” nel mondo di internet, vengono sì utilizzate, ma comunque meno le applicazioni Microsoft. Ma che cosa vuol dire questo?