Titoli e tracce dei temi dell’esame di maturità 2006/2007

Vedendo il Tg5 sono venuto a conoscenza che su internet girano i Titoli e tracce dei temi dell’esame di maturità 2006/2007.
Da quello che ho potuto leggere sembra che i titoli siano veri, poiché provengono da una fonte interna del ministero della pubblica istruzione, che ovviamente rimane anonima per evitare conseguenze penali. In questi giorni dalla chat sulla sidebar e dai commenti ho potuto constatare che molti geeks hanno l’esame di maturità e allora ecco il mio piccolo contributo, se già non li avevate scoperti da soli ecco a voi i Titoli e tracce dei temi dell’esame di maturità 2006/2007. Magari aver avuto queste cose nel 1991 😀
NB: i titoli e i temi potrebbero essere fake, io mi sono solo limitato a riportare quello che ho trovato in internet dopo aver visto il Tg5 nazionale delle ore 20.00 del 18/06/2007.

TIPOLOGIA A –     ANALISI DEL TESTO

Luigi Pirandello – L’istrione e il suo uditorio

Mettiamo quindi che l’autore voglia, con lazzi scurrili e facezie, ingannar l’uditorio. Innanzitutto è d’uopo che costui non si mostri avvezzo alle trappole che l’autore vuol tendergli, e che si trovi altresì in una commozione d’animo, in uno stato d’ansia e d’incertezza, dovuto vuoi alle emozioni contingenti, vuoi alla sua naturale conformazione, che sovente l’appropinqua agli ovini. Tale stato porrà l’autore a suo agio, ed egli potrà farsi demiurgo della mente confusa, bacchettando l’uditor ove questi non s’attende percosse, bensì conforto. L’essemplo che può servire alla bisogna è quello d’un istrione dalla faccia incipriata, i cachinni che più che facezia palesano angoscia, le zanne digrignanti il cui riso volge alla ripugnanza. Immaginiamo dunque che tale istrione, anziché sollazzar con motti ilari una festa di fanciulli, appaia all’improvviso dalla grata d’un tombino, ghermendo le vittime col pretesto d’offrir palloni colorati; oppur che, come avvenne una quindicina d’anni fa in terra d’oltreoceano, un ghignante pagliaccio, in un combattimento simulato, faccia spuntar un suo doppio dal quadrato ove si combatte, confondendo e depistando il suo antagonista; oppure infine che le sue claunesche movenze mirino a nascondere un truce commercio di macellazione di buoi. Ciò che quindi scrissi sul “sentimento del contrario”, ove si verificano tali eccessi, divien d’ardua interpretazione. Si comprenderà pertanto l’irrilevanza non solo dell’istrione, il quale calza nel contesto come una comunion di coperchi può stornare una tabaccheria, ma persino la dabbenaggine di colui che, perso e come ubriaco dietro le sue movenze, voglia ignorar, al pari d’un corbezzolo immaturo, ciò che accade, depistato e tratto ne’ lacci di una finzione ove la maschera di colui al quale è diretto l’inganno si scioglie come neve al sole, facendo uscir allo scoperto la sua natura da Calandrino che vorrebbe esser Buffalmacco. La maschera del drammaturgo, a questo punto, divien maschera di folletto nordico che simulando e dissimulando stili, è maschera sì ma anche corpo, carne e sostanza, com’ebbe a dire il Bergson a proposito della divisone metaforica de’ sentimenti.  (Luigi Pirandello, “Appendice al saggio sull’umorismo”, apparso sulla rivista letteraria “Il Conterno”, 1902).

Comprensione del testo

Riassumi a parole libere il testo pirandelliano, evidenziando i punti in cui il grande autore siciliano esprime una sorta di ripensamento della propria poetica, alla luce della scoperta della psicanalisi. Se ti risulta utile, prova a cerchiare le parole-chiave, disegnando sul testo un abbozzo di mappa concettuale.

 

 

 

Analisi del testo

A.     Trova i passi in cui Pirandello fa un uso ardito di congiunzioni eufoniche, e spiega come tale scelta lessicale sia funzionale allo spirito polemico del testo

B.      Le doppie consonanti, all’interno del brano, si alternano alle vocali dando l’impressione di uno stile ora popolare ora alto, ora rustico ma elegante. Individua in quali passi l’autore sperimenta questa tecnica lessicale.

C.      La metafora dell’ “istrione dalla faccia incipriata” contiene numerosi riferimenti alla cultura classica. Prova a metterne in luce qualcuno, considerando gli approfonditi studi che Pirandello aveva compiuto sui miti greci e sumeri.

D.      Che significato ha la similitudine “come una comunion di coperchi può stornare una tabaccheria”? Considera il contesto storico nel quale s’inquadra il brano, anche alla luce dell’indifferenza che Pirandello riservò nello stesso periodo alla notizia della fine dello sciopero delle manifatture tabacchiere di Canicattì.

E.       Cosa c’entra il riferimento a Bergson alla fine del testo, che piomba “come un fulmine a ciel sereno” (com’ebbe a dire Benedetto Croce) in un brano che sembra non solo contraddire con violenza le teorie bergsoniane, ma addirittura attaccare in modo pesante lo stesso Bergson sul piano personale?

F.       Perché il “folletto” citato verso la fine del brano è di origine nordica? Riesci a intuire il motivo che spinge Pirandello a identificare il “drammaturgo” con il “folletto”?

Approfondimenti

Il tema della “maschera”, in Pirandello, ritorna in molte opere dell’autore sotto diverse forme: maschera di carnevale (Liolà), maschera di cartone (Il fu Mattia Pascal), maschera funeraria (Uno, nessuno e centomila). Lo stesso Pirandello mostrò a più riprese di apprezzare la “Maschera di Ferro” di Dumas, individuando nel feuilleton ottocentesco (come hanno ravvisato i critici Mascetti, Melandri e Sassaroli) i germi destinati ad arricchire la sua poetica e a trasfigurarsi nel cinema, nuova arte del XX secolo. Approfondisci quest’aspetto, alla luce della prospettiva non sempre antirealistica che l’autore adotta nelle sue opere teoriche.

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