I Google Glass e la questione privacy, big G rassicura

I Google Glass e la questione privacy, big G rassicura

Dopo la buona notizia dell’imminente disponibilità di un nuovo aggiornamento software per i Google Glass quest’oggi si torna a discutere degli occhiali per la realtà aumentata del colosso delle ricerche in rete e dei dubbi inerenti la questione privacy.

Che il binomio “Google Glass – privacy” abbia suscitato sin dal primo momento particolare interesse da parte degli utenti ma sopratutto delle autorità dell’intero globo terrestre non è sicuramente una novità. Lo scorso mese, infatti, le autorità garanti di tutto il mondo hanno inviato una lettera al gruppo di Mountain View chiedendo l’apertura di un confronto costruttivo.

Lo stesso ha fatto negli USA il Bipartisan Congressional Privacy Caucus, guidato dal membro del Congresso Joe Barton, a cui Google ha ora fornito una risposta mediante una lettera firmata Susan Molinari.

Google Glass e privacy, le autorità garanti chiedono delucidazioni

Google Glass e privacy, le autorità garanti chiedono delucidazioni

Google Glass e privacy, le autorità garanti chiedono delucidazioni

I Google Glass, uno tra i dispositivi più desiderati e chiacchierati degli ultimi mesi, faranno la loro comparsa sul mercato entro il primo trimestre del prossimo anno. Prima che la commercializzazione degli occhialini di big G venga avviata è però necessario far luce sugli eventuali rischi per la privacy che potrebbero derivare dal loro utilizzo.

A far tale richiesta sono state le autorità garanti di tutto il mondo mediante un’apposita lettera spedita direttamente a Larry Page e nella quale il CEO viene sollecitato ad avviare immediatamente un confronto apposito per fornire chiarimenti sulla questione.

La principale preoccupazione delle autorità è data dalle applicazioni che sfrutteranno le tecnologie di riconoscimento facciale.

Quali informazioni raccoglie Google attraverso i “Glass”, i famosi occhiali a realtà aumentata? Con chi le condivide? Come intende utilizzarle? Come viene garantito il rispetto delle legislazioni sulla privacy? Come pensa Google di risolvere il problematico aspetto della raccolta di informazioni di persone che, a loro insaputa, vengono “riprese” e “registrate” tramite i Glass.

Google permette di cercare e trovare contenuti di Drive, Plus e Gmail

Google, nel mirino dei Garanti per la privacy UE

Google privacy europa

Sono ormai mesi e mesi che Google continua ad attirare l’attenzione dell’UE relativamente alla questione dati personali e privacy ma questa volta la situazione sembra esser divenuta ancor più seria che in passato.

Ricordiamo che la questione ha avuto origine lo scorso anno quando Google ha introdotto la cosiddetta policy unificata avente come obiettivo quello di permettere la gestione della privacy degli utenti su oltre 60 servizi e piattaforme made in Mountain View, una decisione questa che ha suscitato non pochi fastidi e preoccupazioni che hanno portato i Garanti a richiedere maggiori delucidazioni in tal senso.

La risposta di Google è stata tuttavia ritenuta tanto incompleta quanto insoddisfacente impedendo quindi l’eventuale raggiungimento di un buon compromesso.

Google accordo vicino Commissione Europea

Google e la privacy, le authority europee preparano un’azione repressiva

Google privacy Europa CNIL

L’accoppiata Google – privacy è stata più volte portata all’attenzione delle istituzioni e dei garanti in modo tale da poter individuare, nelle dinamiche attuate dal motore di ricerca di Mountain View relativamente al trattamento dei dati personali, eventuali pericoli per gli utenti.

A tal proposito, durante le ultime ore, la CNIL (Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés) ha annunciato un incontro con le autorità europee che è stato fissato per il 26 febbraio.

In occasione di tale incontro saranno decise le eventuali sanzioni nei confronti di Google.

Al centro della questione c’è l’oramai celebre policy unificata, introdotta da big G lo scorso anno, che prevede, in sostanza, la creazione di un unico profilo per ogni utente mediante cui gestire tutti i servizi Google.

La questione è stata analizzata per diversi mesi dalle autorità e ad ottobre del 2012 l’UE ha chiesto a Google di fornire informazioni più dettagliate in merito alle pratiche ed alle tempistiche di archiviazione dei dati dagli internauti.

Google intesa antitrust europa

UE, Google ha 4 mesi per modificare la sua privacy policy

Google ultimatum UE privacy policy

Un paio di giorni fa si era iniziato a discutere nuovamente circa quelle che potrebbero essere state le evoluzioni relativamente alla questione Google, privacy policy rinnovata e decisioni e considerazioni dell’UE.

Stando a quanto emerso nel corso delle ultime ore la ben nota azienda di Mountain View, a seguito delle indagini del CNIL, è stata invitata dalla Commissione Europea a rettificare la propria privacy policy al fine di tutelare nel miglior modo possibile la privacy degli uetnti.

Nello specifico è stata inviata una lettera a Larry Page firmata dai garanti europei ed in cui sono presenti 12 punti dettagliati miranti a pilotare le modifiche che Google dovrà applicare alla sua privacy policy.

Nella lettera a Google viene chiesto di sviluppare notifiche informative sulla privacy su tre livelli, di sviluppare presentazioni interattive per poter esplorare facilmente i contenuti della privacy, di aggiungere ino più dettagliate in merito all’utilizzo dei dati con impatto significativo sugli utenti, di rendere accessibile i dati da mobile e di assicurarsi che gli utenti passivi vengano correttamente informati.

Google Q4 2012

UE, Google dovrà cambiare privacy policy

Google policy privacy CNIL

Quando lo scorso marzo Google applicò delle sostanziali modifiche alla sua privacy policy facendo in modo che per gli utenti fosse sufficiente dare un unico consenso per poter trattare i dati provenienti da tutti i suoi servizi in molti espressero le proprie perplessità a riguardo.

Infatti se per Google la faccenda andava a configurarsi come un sistema mediante cui facilitare la vita a tutti i suoi innumerevoli utenti per altri, specie per l’Unione europea, la novità introdotta dal gran colosso delle ricerche in rete avrebbe potuto mettera a serio rischio la privacy degli internauti.

La disponibilità di numerosi dati potrebbe infatti permettere di riconoscere facilmente l’identità di qualcuno pur restando questa formalmente anonima.

In un secondo momento, tenendo conto di ciò, i garanti della privacy dell’UE chiesero a Google di sospendere il nuovo regolamento in attesa di una valutazione, una richiesta questa che venne ignorata da big G.

Come cancellare la cronologia di Google

Anche voi, come l’Unione Europea, siete preoccupati della nuova privacy policy di Google? Temete che tutti i dati raccolti dal colosso di Mountain View attraverso il vostro account personale non siano tutelati a dovere? Allora prendetevi cinque minuti di tempo e scoprite insieme a noi come cancellare la cronologia di Google.

La cronologia Web è un archivio online in cui Google raccoglie tutti i dati delle ricerche effettuate dall’utente per fornire risultati e servizi personalizzati a quest’ultimo, in base ai suoi gusti e le sue preferenze. Sembra bello, ma può rappresentare un rischio per la privacy. Ecco come liberarsene.

  • Collegarsi alla pagina principale di Google ed effettuare il login con il proprio account;
  • Cliccare sul proprio avatar nella barra nera in alto a destra e selezionare la voce Impostazioni account dal menu che compare;
  • Cliccare sulla voce Prodotti (sulla sinistra);

Come disabilitare l’Instant Upload di Google+ su Android

Una delle funzioni più osannate della versione Android di Google+ è l’Instant Upload, che in maniera del tutto automatica  provvede a caricare tutti video che giriamo e le foto che scattiamo con lo smartphone sul nostro profilo di Google+. Come impostazione predefinita, questo materiale è privato e reso pubblico solo se l’utente lo vuole, ma si sa come vanno le cose in Rete quindi forse è meglio agire.

Eccovi una guida pratica e veloce su come disabilitare l’Instant Upload di Google+ su Android. Non bisogna fare peripezie o applicare trucchetti, basta regolare un’impostazione della app e il gioco è fatto. Se siete utenti esperti, già saprete sicuramente come si fa ma questa guida non è per voi, quindi bando alle ciance ed ecco le istruzioni complete da seguire per chi vuole liberarsi dell’Instant Upload di G+.

Salvaguardare la privacy su Google Street View: come offuscare volti, case ed automobili

Come abbiamo avuto modo di verificare nel corso del tempo, Google Street View è divenuto un prodotto sempre più evoluto andando a presentare delle caratteristiche estremamente interessanti e fornendo dunque la possibilità di visionare interi percorsi stradali in 3D, analogamente a quanto è possibile fare di persona.

Le immagini utilizzate per riprodurre i vari ambienti tridimensionali, come già affermato più volte, non sono altro che appositi scatti realizzati direttamente dalle mitiche Google Car, le automobili targate big G appositamente preposte al fine di fotografare strade, palazzi e tutto quanto appaia lungo l’intero percorso compiuto.

Tuttavia sono parecchi gli utenti che, giorno dopo giorno, hanno iniziato a lamentare preoccupazioni circa la propria privacy poiché, come sicuramente avrete avuto modo di notare (e se non lo avete mai fatto allora forse è il caso di iniziare…) le immagini presenti su Google Street View, spesse volte, raffigurano anche persone, macchine o abitazioni talvolta facilmente identificabili.

Google: possiamo sapere tutto di tutti. Ma va?

Se il darsi la zappa sui piedi fosse uno sport olimpico, Eric Schmidt avrebbe già vinto una bella medaglia d’oro. A pochi giorni dalla querelle relativa alla privacy violata in Google Buzz, il CEO di Google è infatti intervenuto al Mobile World Congress 2010 di Barcellona (una delle manifestazioni più importanti nel mondo della telefonia mobile) sparando una frase di quelle che non si scordano facilmente: «se lo volessimo, potremmo conoscere letteralmente tutto di tutti».

Certo, direte voi, nulla di nuovo sotto il sole. Sappiamo tutti che “big G” ci osserva continuamente e ci conosce meglio dei nostri amici, ma sentire le ammissioni di un “reo confesso” fa sempre un certo effetto. Ciò detto, forse adesso è meglio andare a contestualizzare il discorso e vedere dov’è che il buon Schmidt è “incespicato”.

L’argomento trattato dal guru di Mountain View nel suo keynote è stato, inevitabilmente, quello del micro-blogging in tutte le sue sfaccettature (quello che permette di fare Google Buzz, detto in parole povere). Secondo il CEO di Google, questi social network sono “così intrusivi che, se lo volessimo, potremmo conoscere letteralmente tutto di tutti. Cosa stanno facendo le persone in un determinato momento, i loro interessi e molto altro ancora”.

Google: volete la privacy? Allora avete qualcosa da nascondere. E Mozilla s’infuria

Se avete paura che in casa vostra possano entrare dei ladri, evidentemente qualcosa da rubare c’è. Potremmo tradurre così, forzando un po’ la mano, le clamorose dichiarazioni rilasciate dal CEO di Google Eric Schmidt all’emittente americana CNBC.

«Se volete nascondere qualcosa, probabilmente è perché questa cosa non andrebbe proprio fatta». Questa la frase incriminata con cui uno dei grandi capi di ‘bi G’ si è – a detta di molti – giocato un bel pezzo di reputazione, propria e della società che comanda.

Nonostante un bieco tentativo di giustificazione da parte dell’AD di Google (“Google, come qualsiasi altro motore di ricerca, deve sottostare a leggi come il Patrioct Act, che mette i dati dei cittadini USA nelle mani delle autorità”), nei meandri della Silicon Valley si è scatenato un vero e proprio putiferio che ha visto soggetti come Mozilla assumere posizioni a dir poco sorprendenti.