Sakshat, la verità sul “laptop” low cost indiano
Sakshat: un nome, una delusione. Questo, in estrema sintesi, il pensiero di tutti i geek che si attendevano l’annunciato laptop indiano ultra-low cost che aveva lo scopo di educare la popolazione del vasto Paese asiatico attraverso l’ICT.
Come preannunciato nel nostro precedente post sull’argomento, infatti, allo scetticismo di molti (compreso il celebre Nicholas Negroponte, da tempo impegnato a diffondere l’informatica nei paesi in via di sviluppo, a prezzi bassissimi) si sono affiancati degli inconfutabili dati di fatto, che vedono il “magico” laptop trasformarsi in una semplice “scatoletta” priva di tastiera e display.
Il “coso”, è grande 25x12cm ed è dotato di connettività alla grande rete, sia ethernet che senza fili. Vanno poi sottolineati la memoria interna da 2GB ed il prezzo di circa 20 euro, che dovrebbe essere portato entro sei mesi a 10 euro.
Lo scopo del marchingegno, secondo il governo indiano, dovrebbe essere quello di offrire materiale didattico agli studenti, verosimilmente dei libri di testo in formato digitale, forse aggiornati in maniera automatica grazie all’accesso ad Internet del dispositivo.
Inutile nasconderlo, questo progetto annunciato in pompa magna dal segretario all’Istruzione Secondaria in India, R. P. Agrawal, ci ha estremamente delusi. Da bravi geek, però, non dobbiamo perdere le speranze: il concetto di tecnologia low cost accessibile a tutti si sta facendo sempre più strada nel mondo, e se le cose andranno nel verso giusto, vedremo presto realizzarsi importanti iniziative simili a ciò che doveva rappresentare questo laptop asiatico (forse non proprio a prezzi così bassi, ma quasi).
Speriamo bene.
Via | ZDNet