Spam il 94% delle mail globali. Voi quanto ne ricevete?

Lo spamming è una delle attività criminali più redditizie della rete, non bisogna certo essere scienziati per intuirlo. Ecco perché non ci sorprende affatto che l’invio di e-mail spazzatura su scala globale, dopo la sbandata di fine 2008 dovuta alla chiusura di McColo Corp. (hosting provider californiano dal quale provenivano quasi i 3/4 dello spam che quotidianamente infesta le nostre caselle di posta), nei primi mesi dell’anno è tornato a crescere e raggiungere livelli di guardia, gli stessi registrati ad Ottobre 2008 (ossia un mese prima dell’apparente crollo).

Ebbene sì, cari amici geek, stando a quanto riportato da Postini (l’enterprise security and archiving security network di Google), ben il 94% delle lettere che circola sulla grande rete è da definirsi come “spazzatura”. Una cifra davvero impressionante, che se accostata al tasso di crescita giornaliera delle mail di spam, pari all’1.2% (contro l’1% della prima parte del 2008), fa tremare il sangue nei polsi.

Insomma, come avrete ampiamente intuito, ci troviamo in una nuova epoca d’oro per i delinquenti che inondano le nostre caselle di posta elettronica con lettere quantomeno indesiderate, e le brutte sorprese non finiscono qui.


Vale infatti la pena sottolineare come sia in forte aumento (x9 rispetto a Febbraio 2009) anche il numero di mail contenenti virus, prima spedite in quantità maggiore nell’arco di un solo giorno della settimana (spesso la domenica), ora ben spalmate nei sette giorni.

Interessante è poi la nascita dello “spamming localizzato“, il quale consiste nell’invio di lettere rimandanti a link personalizzati in base all’IP del destinatario. Ad esempio, qualora vivessimo in quel di Bellinzona (incredibile ma vero, è la prima città che mi è venuta in mente!), ci verrebbe inviata una mail contenente un collegamento (malevolo, chiaramente) relativo ad un – probabilmente finto – fatto accaduto nei dintorni della ridente cittadina svizzera (un furto, un terremoto, l’imminente visita di Steve Jobs, e via discorrendo).

Allora, c’è da stare tranquilli? No, nemmeno se si usano Gmail o simili (servizi notoriamente dotati di ottimi filtri anti-spam). L’unica cosa da fare, ahinoi, è tenere gli occhi perennemente sbarrati quando si accede alla casella di posta, non rispondere mai a lettere di dubbia provenienza e, magari, diventare membri attivi di qualche blacklist contro gli spammoni.

E voi, quanto siete seccati dalla posta indesiderata?