I 10 maggiori fallimenti informatici del decennio secondo il Time. Siete d’accordo?


Ci vuole davvero una descrizione più approfondita per una delle classifiche più interessanti ed attese degli ultimi anni?

Non crediamo proprio, quindi tuffiamoci immediatamente nel mondo dei 10 maggiori fallimenti informatici del decennio secondo il Time. Le sorprese non mancano, ve lo possiamo assicurare, ma non vogliamo anticiparvi nulla. Buona lettura.
  1. Windows Vista: lento, esoso nelle richieste hardware, innovativo quanto una canzone di Al Bano e pieno zeppo di programmi inutili. Con questo palmares di critiche piovute da più parti era inevitabile che il successore di XP si piazzasse al primo posto di questa poco lusinghiera classifica. D’altronde i numeri parlano chiaro: allo stato attuale, secondo “Net Applications”, Vista è presente solo sul 24% dei computer, contro il 62% di Windows XP ed il 9% di Mac OS X.

  2. Gateway: famosa azienda statunitense produttrice di computer. Dopo un boom che la vide quadruplicare il fatturato in soli 5 anni (1985-1990), una serie di scelte sbagliate (tra cui quella di non entrare in maniera decisa sul mercato dei notebook) l’ha portata ad un declino e, nel 2007, all’acquisizione da parte della taiwanese Acer per “soli” 710 milioni di dollari.
  3. HD DVD: il supporto ottico di nuova generazione supportato – tra gli altri – da Microsoft. Fino a qualche mese fa si batteva con il Blu Ray Disc di Sony per divenire il successore ufficiale dei DVD, ha perso la sua guerra ed è diventato uno dei più ambiti feticci informatici per collezionisti e “truffati”dall’acquisto di appositi player.
  4. Vonage: azienda statunitense che ha dato il “la” alla diffusione della tecnologia VoIP. Una serie di problemi l’hanno portata ad un decadimento finanziario e ad un ruolo di secondo piano nel settore in cui opera.
  5. YouTube: nonostante sia uno dei servizi più in fermento ed amati della rete (99.7 milioni di utenti statunitensi hanno visto 5.9 miliardi di video nel solo mese di marzo), YouTube non rende quanto potrebbe. Anzi. A dispetto degli 1.65 miliardi di dollari con i quali Google ha acquistato il portale, nel novembre ’06, l’attivo di YouTube per il 2008 è stato di appena 200 milioni di dollari contro una spesa di 470 milioni pagata a causa dello spazio e della banda occupati sul Web. L’incremento di entrate per il 2009 è previsto di appena 20 punti percentuali, troppo poco se il portalone vuole sopravvivere.
  6. Sirius XM: holding di due aziende statunitensi operanti nel settore delle radio satellitari, XM Satellite Radio e Sirius Satellite Radio. Nel settembre del 2001 (periodo decisamente poco fortunato) la prima lanciò un servizio in grado di far ascoltare ai propri utenti oltre 100 stazioni radio coast-to-coast negli USA sfruttando la tecnologia satellitare. Ebbe un gran successo (5.9 milioni di utenti a fine 2005), ma i debiti sommersero l’azienda e, dopo varie vicissitudini, toccò praticamente la stessa sorte alla Sirius (che lanciò il suo servizio nel luglio 2002). Ecco da cosa è nata la nuova società Sirius XM.
  7. Microsoft Zune: il rivale di iPod “made in Redmond” su cui è decisamente meglio stendere un velo pietoso. Punto e basta.
  8. Palm: nota azienda produttrice di dispositivi mobili che, dopo un iniziale successo che la vide testa a testa con RIM (casa produttrice dei Blackberry) e Nokia nelle classifiche di vendita (fine 2005), è sprofondata in una pesante crisi che la vede soccombere al cospetto di una rivitalizzata RIM e, soprattutto, del rivoluzionario iPhone. Per capire meglio la situazione, basta pensare che nel 2000 un’azione della Palm valeva 669 dollari, adesso solo 11.
  9. Iridium: servizio di telecomunicazione satellitare globale sostenuto da Motorola costato la bellezza di 5 miliardi di dollari. Prevedeva la messa in orbita di 77 satelliti (ispirandosi al numero dell’elemento iridio nella tavola periodica degli elementi), ne funzionano solo 66, un dispositivo in grado di interagire con esso costava la bellezza di 3.000 dollari ed i costi delle chiamate si aggiravano sui 5 dollari al minuto. C’è davvero bisogno di spiegare perché nel 1999 l’azienda è andata in bancarotta?
  10. Segway (Ginger): il dispositivo di trasporto personale su due ruote lanciato nel 2002 che, nel bene o nel male, tutti noi abbiamo conosciuto. Il suo sviluppo costò 100 milioni di dollari ed ogni esemplare era venduto a 3.000/7.000 dollari. Non ci voleva un genio per capire che non sarebbe stato un gran successo.
E adesso a voi la parola, qual è stato secondo la vostra opinione il peggior prodotto informatico degli ultimi due lustri?