Wi-Fi Gratis a Venezia. Qualcosa si muove nel resto del Paese?

Anche se con qualche anno di ritardo, finalmente una città italiana si mette al passo con i tempi e con le principali capitali europee. È stato quasi un coro quello che ha commentato i 10 milioni di euro investiti dal comune di Venezia per rendere disponibile, gratuitamente ai residenti e a 5 euro al giorno per i turisti, la connessione alla rete senza fili in tutta la città.

Gli hotspot Wi-Fi installati sono tanti, 10.000 i chilometri di fibra ottica e, solo in alcuni tratti, la banda compresa tra i 20 ed i 100 mega consentirà di usufruire di servizi quali la telemedicina, la diagnostica e la TV via cavo. Tutto molto bello, insomma. Ma le critiche non mancano.

Basta leggere i commenti a questo articolo del Corriere per capire che le cose, nonostante il pomposo Wi-Fi Day dello scorso 3 Luglio, non sono filate tutte lisce come l’olio. Pare infatti che per usufruire del servizio occorra effettuare una registrazione, qualcuno dice addirittura con mezzi cartacei, e che la copertura non sia totale come annunciato più volte.

Dove sia la verità, non avendo avuto modo di tastare direttamente il polso della situazione, non lo sappiamo, ma siamo sicuri che molti amici veneziani sapranno chiarirci meglio le idee attraverso i commenti.


Ad ogni modo, la situazione veneziana in cui, nel bene e nel male, ci sono stati dei fatti concreti, ci fornisce l’assist per parlare della situazione terzomondista dell’Italia sul fronte connettività.

Varese doveva avere una copertura Wi-Fi totale approfittando dei mondiali di ciclismo su strada, non è stato fatto nulla. Lo stesso triste copione è stato rispettato in molte altre città del Belpaese e, in importanti capoluoghi come Roma, Milano, Firenze, Genova e Parma, si continua a parlare di progetti. Magari con scadenze anche a breve termine (2010), ma solo di quelli.

Siamo quasi certi che, causa Expò, nella città della “madunina” riusciremo a vedere qualcosa entro il 2015 (ossia quando ad Amsterdam avranno installato i primi hotspot per il teletrasporto cittadino), ma per le altre città di mettere la mano sul fuoco proprio non ve la sentiamo.

Dovremo rassegnarci a vivere in un Paese in cui fanno notizia le eccezioni tecnologiche di Lungomare Falcomatà (Reggio Calabria), Cremona (solo zone pedonali) e San Marino (che non è nemmeno Italia)? Da bravi geek speriamo vivamente di no, ma la crisi economica è un argomento troppo ghiotto per non essere sfruttato dai nostri amministratori con il fine di starsene, ancora una volta, con le mani in mano.

Siamo troppo disfattisti? No, siamo italiani.

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