La crescente importanza politica dei social network

Grazie ad un’osservazione di Mashable è stato calcolato il tasso di crescita di Facebook in termini di utenti per giorno. La statistica non è delle più accurate, si basa su una semplice media fatta per l’anno 2008 considerando i dati di Facebook, ma restituisce ugualmente le dimensioni macroscopiche di questo fenomeno, che ormai ha lasciato la gabbia della rete ed è entrato nella cultura di massa.

Al momento il numero di utenti di Facebook è stimato sull’essere maggiore di 325 milioni di utenti, se fosse uno Stato sarebbe uno dei maggiormente popolati al mondo. Considerando i dati dal 26 Agosto 2008 al 6 Novembre 2009 si calcola che Facebook aggiunge ogni giorno poco meno di 500.000 utenti.

Come Mashable giustamente fa notare il tasso di crescita in termini di utenti per giorno è ancora più impressionante se lo si considera fra i mesi di Luglio e Settembre 2009. In questo caso infatti si raggiunge un tasso di crescita pari a 793.650 utenti al giorno, una crescita quasi difficile da immaginare e sulla quale ogni proiezione risulta essere puramente speculativa data l’eterogeneità del target.

Quello che Mashable risparmia e noi non risparmieremo è un piccolo calcolo scientificamente insignificante, ma che aiuta a visualizzare le proporzioni di questo fenomeno. Se si considera il tasso di crescita medio dell’anno 2008, ovvero 500.000 utenti al giorno, e si immagina che questo tasso di crescita si mantenga costante per i prossimi 3 anni, ignorando dunque la tendenza crescente prima osservata ed eventuali considerazioni sulla sostenibilità di questo ritmo, si giunge ad un dato impressionante.


Il numero di utenti registrati a Facebook entro il 2012 dovrebbe essere poco meno di 900 milioni di utenti, circa un sesto della popolazione mondiale. Ovviamente questa speculazione è puramente immaginifica, il web si evolve con la rapidità che ben conosciamo, descrivendo ogni volta nuove direttrici, come è inevitabile per qualunque manifestazione umana alla sua alba. C’è inoltre da considerare che se una qualunque rete, anche privata, dovesse raggiungere cifre tali la questione diverrebbe inevitabilmente politica.

I primi sintomi di questo andamento del resto li abbiamo osservati già con la crisi in Birmania e le proteste in Iran, in quell’occasione alcune manovre del Governo degli Stati Uniti sono state confermate ufficialmente. Per conoscenza, Twitter prevedeva un down dei suoi server surante la notte americana, per mantenimento; in considerazione del ruolo che Twitter stava giocando per le proteste in Iran lo staff di Twitter ha deciso di modificare l’ora del down, portandola all’ora di punta negli Stati Uniti, ma durante la notte in Iran, in modo da non sottrarre questo mezzo di comunicazione ai manifestanti.

Contestualmente Facebook e Google, in violazione delle norme riguardo i paesi embargati, introducevano le rispettive traduzioni in farsì, la lingua ufficiale iraniana. Tutto ciò con il benestare del Governo degli Stati Uniti e nel caso del reschedule della manutenzione di Twitter, con una comunicazione da parte del Governo all’amministrazione di Twitter, dove si chiedeva di considerare l’importanza politica del social network.

Sarebbe in effetti impensabile che un fenomeno di tale portata come il World Wide Web, che coinvolge un numero così influente di persone, sia completamente sottratto alle dinamiche comuni delle società umane. L’argomento è particolarmente suscettibile di polemica, se si afferma che c’è bisogno di una regolamentazione come per tutte le manifestazioni pubbliche dei cittadini, è vero anche che la maggior parte delle amministrazioni pubbliche al momento si dimostra incompetente e anacronistica, incapace di sviluppare un nuovo concetto di ordine pubblico che aiuti e non ostacoli la nascita di questa nuova società.