Mediaset vince la causa contro YouTube: la fine di un’era?

Tettone di plastica ballonzolanti, pianti finti come una banconota da sette euro e turpiloqui capaci di far impallidire il mitico ‘er monnezza’ non saranno più su YouTube. Questo è quanto sancito dal Tribunale di Roma che, accogliendo il ricorso di Mediaset contro Youtube, ha ordinato al portale gestito da Google di rimuovere tutti i video del Grande Fratello dai suoi server.

Di questo, francamente, poco ce ne cale. Ma è indubbio che questa ordinanza rappresenta uno spartiacque destinato a cambiare il modo con cui gli editori si confrontano con siti come YouTube, trasformati, di fatto, da “hosting provider” a veri e propri editori.

Questo vuol dire che, da ora in poi, non troveremo più spezzoni di trasmissioni o sigle di cartoni animati sul Web? Anche se all’apparenza potrebbe sembrare così, forse no.


Secondo quanto riportato da TGCOM, portale d’informazione targato Mediaset, “l’ordinanza non censura Internet ma ne allarga i confini. Tutti gli editori, Mediaset in testa, possono ora investire nella propria offerta gratuita sul web a beneficio dei navigatori, certi di un contesto di regole definite”. Quindi, “tutti gli operatori Internet, Youtube compreso, potranno stringere accordi con Mediaset e gli altri editori”.

Queste frasi, associate a quanto scritto nell’ordinanza (che parla chiaramente di trattative in corso per una soluzione concordata tra le due parti), ci fanno pensare che in quel di Cologno Monzese già stiano pensando ad un nuovo tipo di offerta da proporre agli utenti di Internet. Magari proprio sul ‘tubo’.

In attesa di maggiori sviluppi, certi che Mediaset non metterà mai online le puntate di ‘Bat-Roberto’ o le sigle di cartoni animati mandati in onda mezza volta negli anni novanta, vi lasciamo con una piccola riflessione: i giudici hanno portato YouTube da hosting provider a editore. E se il portale di Google, ormai diventato archivio storico d’importanza fondamentale per tutto il mondo, non fosse nessuna delle due cose?