Se ci fosse Twitter in Cina sarebbe un social network diverso

Le polemiche con la Cina non sono mai abbastanza. Gli attacchi che il Governo cinese sferra costantemente ai danni del web e di conseguenza dei propri cittadini sono sempre meno tollerati sia dagli altri Governi che dalle compagnie stesse.

Molti attivisti cinesi sono costretti a lasciare la patria per fuggire dalle persecuzioni e trovano nel web l’unico modo di far sentire la propria voce e rimanere in contatto con la base di consenso creata sul territorio. Gran parte dei principali ocial network sono banditi in Cina e Google, come sappiamo, non ha vita facile tanto da mettere in discussione la propria presenza o meno.

Una vittima eccellente della censura cinese è Twitter che ormai da più di un anno non è accessibile ai cittadini cinesi. Quello a cui nessuno ha pensato però è che Twitter in cinese non è il Twitter che conosciamo.

140 caratteri possono sembrare pochi e buoni giusto a postare una frase accattivante ed un link di approfondimento, ma questo è valido se si ragiona con l’alfabeto occidentale. In cinese 140 caratteri corrispondono a 140 ideogrammi, ognuno dei quali esprime un intero concetto.


Ai Weiwei, uno degli attivisti costretti alla fuga, ha fatto notare che 140 ideogrammi cinesi bstano a scrivere un piccolo racconto così come bastano a scrivere un manifesto, organizzare una protesta e portare avanti discorsi articolati. Tralasciando per un attimo l’indegno comportamento della cina nei confronti del web e dei suoi cittadini volevamo farvi riflettere su quanto appena detto.

In un mondo dove si ha l’impressione che le differenza culturali siano state appiattite dalla globalizzazione informatica questa è una dimostrazione di quanto si sia lontani dalla verità nel pronunciare questa affermazione. Twitter, come gli altri social network, non è altro che una struttura in cui convogliare le discussioni, ma a secondo della cultura, della politica e dell’alfabeto utilizzato cambia completamente volto.

Questa curiosità serva a memoria del fatto che quando si parla di social network bisogna sapere che sono gli utenti a determinarne l’utilizzo che si farà di quello strumento ed è forse proprio per questo che fanno tanta paura a governi illiberali come quello cinese, ma non solo purtroppo.