I garanti sulla privacy da tutto il mondo si scagliano contro Google

A quanto pare è partita un’azione congiunta, senza un reale valore legale, contro il gigante di Mountain View da parte dei garanti sulla privacy della maggior parte dei paesi che ne hanno uno.

A scatenare il putiferio sarebbe stato Google Buzz e il modo in cui è stato implementato. Secondo i garanti sulla privacy coinvolti, fra cui non figura il garante statunitense, Google Buzz sarebbe stato introdotto alla comunità senza le dovute precauzioni in termini di privacy.

Altro punto su cui i garanti si sono concentrati è stato Google Street View, e questa suona meno come una novità, visto che Google non sta avendo vita facile qui, nel vecchio mondo, dove molti governi premono perché la frequenza con cui Google indicizza le strade sia diminuita.


Tutte queste informazioni sono frutto di una lettere firmata dai garanti sopracitati, fra cui i principali paesi europei e con loro l’Italia, inviata direttamente a Eric Schimdt.

Non ci sono ancora commenti ufficiali da parte di Google, ma immaginiamo che la cosa non sia di troppo interesse dal momento che non costituendo un’azione legale non fa altro che rincarare la dose su quella che personalmente considero una futile polemica ormai andata troppo oltre.

Nonostante mi renda conto che la privacy è un argomento particolarmente delicato e su cui le idee possono essere drasticamente differenti, viviamo in un mondo dove volenti o nolenti le nostre informazioni circolano e diventano merce. Per anni le nostre informazioni personali sono state vendute al miglior offerente e a nostra insaputa o quasi, tanto vale che lo si faccia alla luce del giorno, e almeno sapremo chi sa cosa.