Internet Explorer per la prima volta sotto il 50% di diffusione nel mondo, in Europa ancora peggio
Tappi di champagne saltano, festoni vengono appesi nelle case degli utenti linuxiani, il suono di alcune vuvuzelas redivive dai mondiali di Sudafrica riecheggia nei vicoli di diverse città europee: Signore e Signori, Internet Explorer è sceso per la prima volta sotto il 50% di diffusione su scala globale.
Secondo i dati pubblicati da ‘StatCounter’, il browser di Microsoft ha “bruciato” la bellezza di 8.5 punti percentuali nella sua quota di mercato in soli dodici mesi, passando dal rassicurante 58.37% di diffusione di settembre 2009 all’attuale 49.87%: una manciata di decimali in meno rispetto alla soglia psicologica del 50%, poco per i dati a cui era abituato IE non più di due anni fa ma comunque accettabile, vista la sempre più agguerrita concorrenza nel mondo dei navigatori Web.
In Europa, poi, la situazione è ancora più critica e vede la percentuale di diffusione di Internet Explorer scendere fino al 40.26% (rispetto al 46.44% di un anno fa).
Negli States, IE riesce a frenare la caduta e mantiene il 52.3% di quota di mercato, ma ad incalzarlo ci sono Firefox (27.21%) e, soprattutto, Chrome (9.87%) che è senza ombra di dubbio il browser che “ride” di più in questo momento: nel periodo settembre 2009-settembre 2010, il navigatore di Google ha infatti triplicato la sua base di utenti mondiale, passando da una diffusione del 3.69% a una dell’11.54%.
Insomma, Internet Explorer è in crisi, grossa crisi, ma forse i detrattori del browser redmondiano farebbero bene ad aspettare l’uscita di Internet Explorer 9 prima di cantar vittoria. In fondo, secondo gli ultimi dati diffusi da ‘NetMarketShare’, IE detiene ancora il 59.65% del mercato e l’uscita della nuova, apprezzatissima versione del navigatore potrebbe conferire a quest’ultimo una spinta propulsiva non indifferente. In Europa così come nel resto del mondo.
Il monopolio scricchiola, ma non crolla. E questa volta potrebbe ricevere un favore inaspettato dagli utenti, non più vittime di scelte cadute dall’alto ma artefici di scelte libere e indipendenti.
[Via | ComputerWorld – Photo Credits | hashmil]