Linux: 5 falsi miti da sfatare prima di provare Ubuntu 10.10
Se per caso non ve ne foste ancora accorti, ieri Canonical ha rilasciato la versione finale di Ubuntu 10.10. Le novità presenti nella distro sono davvero tante, dal gestore delle foto (Shotwell) alla nuova interfaccia per la versione netbook del sistema (Unity), ma non è di questo che oggi vogliamo parlarvi.
Quello che vogliamo fare, cogliendo al balzo l’occasione dell’uscita di “Maverick Meerkat” che per molti di voi potrebbe rappresentare il primo approccio verso il mondo di Tux, è sfatare qualche luogo comune relativo a Linux e a perché, secondo chi spesso lo denigra senza averlo nemmeno mai provato, non varrebbe la pena prenderlo in considerazione.
Signore e Signori, ecco a voi una lista di 5 falsi miti su Linux da sfatare: leggetela, poi fate un “giretto” con la nuova versione di Ubuntu e tirate lo dovute conclusioni.
- Linux non supporta gran parte dell’hardware disponibile e spesso bisogna compilarsi i driver a mano: fossimo agli albori del 2000 sarebbe vero, ma negli ultimi anni Linux ha fatto grandissimi passi in avanti anche sotto il punto di vista della compatibilità hardware. È vero, qualche dispositivo non è ancora supportato appieno, ma questa è più una lacuna delle case produttrici (che non forniscono driver adeguati) che del sistema operativo in sé. Ciò detto, installando Ubuntu o simili ci sono molte probabilità che non dobbiate installare nemmeno un driver per iniziare a lavorare (bene) con il vostro computer. Figuriamoci compilarlo!
- Si deve far tutto da linea di comando: altra voce antiquata. In realtà su Linux si PUO’ fare tutto da linea di comando, ma sia per l’installazione dei programmi che per la configurazione del sistema ormai ci sono fior fiori di interfacce grafiche che permettono di compiere qualsiasi azione non sapendo nemmeno in che menu è collocata l’icona del terminale. Certo, qualche operazione viene ancora più comoda da linea di comando che da GUI… ma quello vale anche per Windows!
- L’open source non è sicuro: se il codice sorgente di un programma o un sistema è disponibile pubblicamente non significa che questo sia più vulnerabile di altri. Anzi, questa “trasparenza” fa sì che ogni eventuale falla e ogni eventuale problema possa essere sistemato nel più breve tempo possibile da chiunque sia in grado di farlo.
- Non ci sono programmi e i file di Office non sono compatibili: a parte qualche eccezione legata agli ambiti professionali (es. AutoCAD, Photoshop, ecc.), quasi tutti i software Windows hanno una valida controparte compatibile con Linux. Quanto alla compatibilità dei file di Office con il sistema del pinguino, basta rivolgersi ad OpenOffice o a una qualsiasi soluzione online (Zoho, Google Docs, ecc.) e il problema è risolto.
- Ambienti desktop troppo difficili da usare e poco attraenti: Gnome e KDE sono cresciuti moltissimo negli ultimi anni. Il primo è semplice e leggero, l’altro più curato nell’aspetto ma entrambi sono “carini” e facilissimi da usare anche per chi è alle prime armi. Se poi si iniziano ad abilitare gli effetti di Compiz… lì non c’è Aero che tenga!
Insomma, qui nessuno sta dicendo che Linux è perfetto o che le critiche che si rivolgono nei suoi confronti sono tutte infondate. Anzi, di strada il sistema del pinguino ne deve fare ancora parecchia su diversi fronti, ma un conto è provare con mano e farsi una propria personalissima idea e un altro è basare le proprie convinzioni su miti che, come abbiamo visto, sono in gran parte datati o del tutto fasulli.
[Via | Tech Republic – Photo Credits | Rore]