RockMelt: il browser del papà di Netscape debutta… e delude

Con la foga tipica degli strilloni che un tempo annunciavano le notizie presenti sulle prime pagine dei giornali, quasi tutti i più importanti blog del mondo tecnologico hanno riportato, nelle ultime ore, l’uscita della prima beta privata di RockMelt, il nuovo browser “social-friendly” di Marc Andreessen basato su Chromium.

Il risalto dato all’ultima creatura del papà di Netscape in giro per la Rete è stato notevole, ma i commenti che hanno accompagnato la sua prima uscita pubblica (o semi-pubblica) sono stati tutt’altro che lusinghieri.

Scorrendo le pagine di blog più o meno famosi nell’ambiente geek, si possono leggere opinioni che parlano di RockMelt come una mezza copia di Flock e su Lifehacker è stato addirittura pubblicato un post intitolato “Who Needs RockMelt?” in cui si dimostra che Chrome può essere trasformato in RockMelt (anzi. qualcosa di meglio) usando non più di 3 o 4 estensioni.


Come mai tutta questa insoddisfazione? Verrebbe da chiederselo, certo, ma poi ci si riflette un po’ su e la risposta arriva spontanea. Guardandolo sotto un punto di vista strettamente pratico, allo stato attuale (ricordiamo sempre che è una beta), il browser di Andreessen non è altro che un Chrome con due toolbar aggiuntive, una a sinistra e una a destra dello schermo.

La prima, denominata friend edge, permette di interagire con i propri amici e aggiornare il proprio stato su Facebook e Twitter (anche se al momento non sembra possibile pubblicare post su tutti e due i social network contemporaneamente). L’altra, denominata app edge, contiene uno stream con le notizie provenienti da Facebook, Twitter e dai propri siti Internet preferiti (tramite feed RSS).

Tutte cose molto simpatiche che riceveranno sicuramente l’apprezzamento dei patiti di “faccialibro” ma che, francamente, non sono né rivoluzionarie né così ben fatte da giustificare un abbandono di Chrome o Firefox. E questo non è il massimo per un browser nato dopo due anni di lavoro da parte di uno staff di 30 persone e con un investimento di circa 10 milioni di dollari alle spalle.

Ciò detto, se da bravi informatici affamati di novità anche voi volete provare la prima beta pubblica di RockMelt, non dovete fare altro che recarvi sul suo sito ufficiale (link sotto) e cliccare su “Connect with Facebook”.

Il video di presentazione di RockMelt

Per installare il programma, sono richieste diverse autorizzazioni su Facebook ma ai fissati del social network la cosa non darà sicuramente fastidio.

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