Berlusconi vuole censurare Internet per favorire Mediaset, parla Wikileaks (aggiornato)
Berlusconi vuole la regolamentazione di Internet, lo sostenevamo noi in uno dei post più commentati nella storia di Geekissimo, lo sosteneva – a quanto pare – anche l’ambasciatore USA a Roma, David Thorne.
In un cablogramma datato 3 febbraio 2010 comparso ieri su Wikileaks, il diplomatico americano esprime tutta la sua preoccupazione per il tristemente famoso decreto Romani (adesso per fortuna decaduto), che viene definito come “una legge che darà la possibilità di bloccare o censurare qualsiasi contenuto” per favorire le imprese di Silvio Berlusconi rispetto alla concorrenza.
Thorne spiega poi che l’equiparazione fra YouTube e le televisioni proposta dal decreto Romani è “impossibile sia dal punto di vista economico che da quello pratico e, vista da una prospettiva commerciale, aiuta Mediaset nel mercato della televisione via Internet”. La stessa cosa che avrebbe detto qualsiasi individuo dotato di cervello e privo di strani interessi, insomma.
Quanto alle possibili implicazioni legali per i provider previste dalla nefasta legge, l’ambasciatore USA sottolinea come questo tipo di norme avrebbe potuto rappresentare “un precedente per Paesi come la Cina, che potrebbero copiarla per i propri attacchi contro la libertà di espressione“.
Stando alle parole di Thorne, dunque, l’abbiamo scampata bella. Ma basta un millesimo di secondo, un solo istante, per renderci conto che la stessa “gente” che ha proposto queste nefandezze è ancora nei “Palazzi” che contano del nostro Paese. E attenzione, non parliamo di destra o sinistra, questo non è un blog politico.
Parliamo molto più semplicemente di un’inadeguatezza di gran parte della classe politica italiana di confrontarsi con un mezzo, Internet, che non può essere né ammaestrato né ignorato. Un’inadeguatezza (ignoranza, sciatteria, chiamatela voi come vi pare) che porta alla nascita di mostruosità come il decreto Romani, che anche un bambino delle scuole elementari con un minimo di dimestichezza con la Rete non avrebbe esitato a definire “assurdo” (e il bambino in questione sarebbe stato molto educato).
Forse è vero, l’uragano Wikileaks (con Assange ancora in cella, lo ricordiamo liberato su cauzione in giornata) non porterà alla caduta di amministrazioni e governi dai modi discutibili che ci sono in giro per il mondo, ma un po’ di luce sulla loro inidoneità ad affrontare certe questioni sì. E questo è un bene, in ogni caso.
[Via | Repubblica – Photo Credits | Fabio Venni]