Facebook è la più terrificante macchina di spionaggio mai creata, parola di Julian Assange (Wikileaks)


In attesa di scoprire se sarà estradato in Svezia a causa dei presunti reati sessuali che pendono sulla sua testa, il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ha rilasciato una clamorosa intervista a Russia Today in cui si è scagliato contro Facebook e le pericolose violazioni della privacy a cui il social network di Mark Zuckerberg esporrebbe i suoi utenti.

Facebook è la più terrificante macchina di spionaggio mai creata – ha esordito Assange – dispone del più completo database sulle persone, le loro relazioni personali, i loro nomi, i loro indirizzi, le loro posizioni geografiche, le loro comunicazioni con gli altri, i loro familiari; tutto conservato negli Stati Uniti e accessibile all’intelligence degli USA”.


L’attacco si è poi esteso agli altri big a stelle strisce del mondo internettiano: “Facebook, Google, Yahoo; tutte queste grandi aziende americane hanno delle interfacce costruite per l’intelligence USA”. “Questo non vuol dire che Facebook è in mano all’intelligenze americana – ha precisato il fondatore di Wikileaksma che l’intelligence ha la facoltà di compiere pressioni legali e politiche su di esso in modo da ottenere le informazioni”.

Tutti dovrebbero capire che quando aggiungono i loro amici su Facebook svolgono del lavoro gratis per le agenzie di intelligence americane, costruendo quel database per loro” è stato l’ammonimento finale di Julian Assange, che però in questa circostanza ci è sembrato un tantino troppo paranoico.

Tralasciando il fatto che nessuno è obbligato a iscriversi a Facebook e, soprattutto, a spiattellare in pubblico tutti i propri gusti, le proprie abitudini e le proprie reti di amicizie, ci sembra altresì normale che in casi estremi (leggasi lotta contro il terrorismo e “dintorni”) il governo di un Paese come gli Stati Uniti possa chiedere a Facebook di aprire un po’ del suo database e contribuire a qualsivoglia tipo di indagine.

Che poi il governo USA non abbia particolari simpatie verso Assange, a causa di tutte le informazioni top-secret delle ambasciate e delle sedi diplomatiche che quest’ultimo ha reso di pubblico dominio, è sicuro. Ma questo non ci sembra un buon motivo per attaccare Facebook e parlare di strani collegamenti politico-militari. Piuttosto, sarebbe meglio concentrarsi sulle aziende che raccolgono i dati per le pubblicità.

Voi che ne pensate? Guardatevi il video con l’intervista di Russia Today ad Assange (la parte riguardante Facebook è da 2:00 in poi) e fatecelo sapere attraverso i commenti.

[Via | ZDNet – Photo Credits | Raymond Salvatore Harmon]