I motori di ricerca come li conosciamo sono finiti, parola del direttore di Bing

I motori di ricerca hanno fatto il loro tempo? Ce lo domandavamo un anno fa, proprio su queste pagine, e da allora non è cambiato molto: Google continua a dominare il mercato, Bing prosegue il suo inseguimento, ma il dilemma rimane intatto. Soprattutto quando voci autorevoli, come il direttore di Bing Stefan Weitz, parlano dei motori di ricerca come li conosciamo oggi come di mezzi obsoleti e falliti.

Quando Google è stato lanciato – ha dichiarato Weitz in un’intervista pubblicata da Huffington Post – il suo scopo era quello di organizzare le informazioni del mondo. Una visione grandiosa per il Web di allora, che era un Web fatto di documenti, pagine testuali e connessioni. La missione principale di Google era quella di sfruttare queste connessioni e dire ‘OK, vedo che le connessioni fra queste due pagine sono importanti quasi quanto il loro contenuto per capire di cosa parlano’ ed era un modello veramente brillante“. Ma le cose sono cambiate.


Sono passati oltre dieci anni da allora e per il direttore di Bing quel modello non funziona più. Ora ci sono molti più contenuti in Rete, contenuti complessi e spesso generati/propagati dagli utenti tramite i social network: sembra essere proprio questa la parola magica su cui costruire i motori di ricerca del futuro.

Fondamentalmente, la ricerca non è cambiata negli ultimi 12 anni“,  ha aggiunto Weitz nella sua intervista. “La ricerca tradizionale è fallita. La nozione standard di ricerca … guardare ai testi presenti nelle pagine, ai backlink… tutte queste cose non funzionano più”. E ce n’è anche per il nuovo pulsante +1 che Google ha lanciato nei risultati delle ricerche come risposta al “Mi piace” di Facebook: “Il pulsante +1 attualmente si trova solo nei risultati delle ricerche – ha dichiarato il direttore di Bing – Non amo molto spesso i risultati delle ricerche. Amo i siti, ma non i risultati in quanto tali. Francamente, non so quanto possa essere utile far sapere quali risultati ci piacciono“.

Dal canto suo, il motore di ricerca di Microsoft ha deciso di puntare tutto su Facebook integrando nei risultati delle ricerche i siti, gli articoli e gli altri contenuti che sono piaciuti ai nostri amici di bacheca.

Sarà davvero questa la risposta giusta all’evoluzione 2.0 del Web? Per ora, Google mantiene il suo monopolio con il 65% di quota di mercato contro il 14% di Bing. Ma si sa, le cose cambiano e la forza propulsiva di Facebook potrebbe anche spingere Bing verso risultati oggigiorno impensabili.

Voi cosa ne pensate? I motori di ricerca come li conosciamo sono davvero finiti? Fateci sapere la vostra opinione a riguardo nei commenti.

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