Gmail Intervention: soccorriamo gli “erranti” che non usano ancora Gmail!

Con una mossa di marketing a dir poco geniale, Google ha deciso di “spingere” Gmail con un servizio di pronto intervento destinato a tutti gli utenti della celebre web-mail che desiderano condurre sulla “retta via” gli amici di penna digitale che non usano ancora Gmail: Gmail Intervention.

Come testimonia il video che stiamo per andarci a vedere dopo il salto, Gmail Intervention parte dal presupposto che le classiche caselle di posta elettronica sono obsolete, come le VHS e le musicassette, e che quindi va comunicata al prossimo l’esistenza di qualcosa di diverso, migliore… e più figo.


Lo spirito goliardico del servizio è chiaro ma l’idea è senz’altro carina: molti geek cercheranno di spronare i propri amici più “di coccio” ad usare Gmail anziché il vecchio account di posta creato all’epoca dei dinosauri. Se poi ci aggiungiamo la possibilità di farlo inviando loro messaggi del tipo “sono qui per aiutarti“, “sono preoccupato per te” o “mi metti in imbarazzo“, il centro è assicurato.

Usare Gmail Intervention è facilissimo, basta collegarsi alla pagina principale del servizio (link in fondo al post) e cliccare sul pulsante START THE INTERVENTION. A questo punto, bisogna effettuare il login a Gmail e si avrà una lista di tutti gli amici che non usano ancora Gmail corredata da un grafico sulla loro percentuale rispetto al numero totale dei contatti.

Per inviare il “messaggio evangelico” pro-Gmail ai propri amici persi nell’oblio della posta elettronica tradizione, bisogna selezionare i loro nomi dalla lista, cliccare su Next, scegliere il tipo di e-mail da inviargli fra quelle che abbiamo menzionato prima e completare l’operazione inoltrando i messaggi. I messaggi inviati saranno accompagnati da un video simile a quello che abbiamo visto più sopra o da un video personalizzato registrabile con la webcam.

Allora, che aspettate a far passare il vostro zio rompiscatole, la nonna e il lattaio su Gmail? Inviategli un messaggio di pronto soccorso “made in Google” e li convincerete a fare il grande passo. Forse.

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