Nonciclopedia riapre, Wikipedia chiude per protesta contro la norma “ammazza blog”

Il mondo delle enciclopedie online è in subbuglio come non mai. Da una parte la satirica Nonciclopedia fa pace con Vasco Rossi e riapre i battenti, dall’altra Wikipedia si auto-sospende e chiude le sue pagine al pubblico in segno di protesta contro la norma “ammazza blog” che oggi il Parlamento discuterà insieme all’intero DDL sulle intercettazioni. Ma andiamo con ordine.

Era lunedì scorso quando, con immenso stupore dell’intera Rete italiana, la versione satirica di Wikipedia, Nonciclopedia, veniva messa offline a causa di Vasco Rossi. Il rocker italiano, probabilmente all’oscuro del cosiddetto effetto Streisand, si è infervorato per una frase scritta nella pagina a lui dedicata (V. Rossi è un vecchio bavoso tossicomane che vende cocaina davanti alle scuole e deve la sua fama alla credulità di milioni di rimbambiti fatti e strafatti quanto e più di lui) ed ha querelato i gestori del sito costringendoli a chiudere.


Per fortuna, ora le due parti si sono chiarite: dopo essere stato sbeffeggiato e insultato da tutto il popolo della Rete, suoi fan compresi, Vasco Rossi ha promesso di ritirare la querela e Nonciclopedia ha riaperto i battenti salutando i suoi lettori con questo messaggio di benvenuto:

Cari lettori,
Ringraziandovi per il caloroso sostegno, vogliamo innanzitutto chiarire che ci dissociamo dalla violenza con cui il web ha reagito alla nostra decisione di oscurare il sito. Il nostro intento non è mai stato quello di incitare l’utenza contro Vasco, quanto quello di informarla dei fatti avvenuti.
Ci scusiamo se i contenuti della pagina di Vasco Rossi siano sembrati diffamatori, ma non c’è mai stata l’intenzione di offendere il cantante. Aggiungiamo che non abbiamo responsabilità su alcuni stralci della pagina di Vasco Rossi che circolano in rete (e che sono stati diffusi da alcuni TG) poiché non corretti, in quanto non sono mai stati presenti sul nostro sito.
Da entrambe le parti c’è una volontà di garantire umorismo di qualità, pertanto non escludiamo la possibilità futura che un giorno su Nonciclopedia tornerà ad esistere un articolo su Vasco Rossi che faccia ridere tutti quanti.
Tania Sachs, la portavoce ufficiale del rocker, ha assicurato che ritirerà la querela contro Nonciclopedia.

Faccenda molto più amara è quella riguardante Wikipedia. Proprio come ventilato nei giorni scorsi, la versione italiana dell’enciclopedia libera ha inscenato una clamorosa protesta contro la norma “ammazza blog” contenuta nel DDL intercettazioni prodotto dal Governo Berlusconi, autosospendendosi e mostrando lo stesso messaggio su tutte le sue pagine. Questo:

Cara lettrice, caro lettore,

in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c’è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.

Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.

Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.

Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l’obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.

Purtroppo, la valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato.

Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l’introduzione di una “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.

In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l’intera pagina è stata rimossa.

L’obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell’Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l’abbiamo conosciuta fino a oggi.

Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell’onore e dell’immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall’articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.

Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all’arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per “non avere problemi”.

Vogliamo poter continuare a mantenere un’enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?

Gli utenti di Wikipedia

 

Per quei pochi che ne fossero ancora all’oscuro, la cosiddetta norma “ammazza blog” equipara i blog personali alle testate registrate, costringendoli alla pubblicazione di rettifiche entro 48 ore dal ricevimento di eventuali richieste in tal senso, pena una multa fino a 12.000 euro. Un provvedimento liberticida, anacronistico e inapplicabile ad un mondo come quello di Internet che rischia di bloccare non solo Wikipedia, ma anche i Blog personali e i siti di tutte le testate giornalistiche.

Dobbiamo aggiungere altro? Non crediamo, incrociamo tutti le dita e speriamo che qualche neurone passi, anche sbadatamente, nei dintorni del Parlamento facendo bocciare questa norma disgustosa.