Steve Jobs: la morte strumentalizzata dai media
La morte di Steve Jobs ha sconvolto tutto il mondo della tecnologia, una così prematura dipartita in pochi se l’aspettavano, nonostante le voci che circolavano dopo che Jobs aveva rassegnato le sue dimissioni da CEO della sua Apple. Azienda fondata da lui stesso da giovane, una realtà del mondo della tecnologia che in tanti apprezzano tramite i suoi prodotti. Anche chi non ha un prodotto Apple è pienamente consapevole di quanto quest’azienda sia fondamentale per il mondo della tecnologia. Con le sue idee Steve Jobs è riuscito a creare una filosofia intorno alla mela morsicata, una filosofia che in molti provano a portare nella propria azienda.
Della morte di Steve Jobs se n’è parlato per diverso tempo. Fiumi di parole sono state sprecate dietro questa morte, molte anche insensate, inutili, senza un filo logico ma solamente scritte tanto per scrivere. Giornali e telegiornali hanno sprecato carta e ore di filmati solamente per accaparrarsi quella piccola minoranza che conosceva l’uomo dalla maglia nera e jeans. Steve Jobs per chi lavora quotidianamente con il mondo di internet, è stata una persona “fondamentale”, senza la quale molte cose che ora ci troviamo a fare quotidianamente non sarebbero possibili. Ci sono stati, alcuni programmi nei giorni scorsi, che mi hanno lasciato l’amaro in bocca, qualcosa che forse non era il caso di dire è stata detta, qualcosa di troppo, qualcosa che forse era meglio non dire per la sua infima stupidità.
Uno dei programmi è stato lo speciale di Agorà andato in onda lo scorso 5 Ottobre, giorno della morte di Steve Jobs, ed è forse stato questo l’errore, la troppa voglia di arrivare primi, forse crea dei spiacevoli mostri televisivi. A condurre il programma di Rai Tre è stato Edoardo Vianello, la persona non propriamente più adatta a parlare di tecnologia visti i suoi precedenti televisivi in altri programmi con tematiche molto lontane dalla tecnologia. In studio parecchi esponenti del mondo tecnologico italiano, figure “anziane” di questo settore, interrogate su quesiti per i più informati sicuramente banali, si sono lasciati a dichiarazioni non proprio esatte come quella riguardante la “forte rivalità” tra Jobs e Bill Gates; ed è qui che torno a ripetermi, purtroppo, è forse colpa della troppa voglia di arrivare primi?
Nello stesso giorno è arrivata anche Italia1, la rete giovane di Mediaset, ha dedicato uno speciale in seconda serata alla morte di Steve Jobs e sopratutto su come l’America stesse affrontando questa dipartita di uno dei pilastri della tecnologia attuale. Lo speciale è stato curato da Studio Aperto, nota testata giornalista che da ormai parecchi anni si pone come il telegiornale tecnologico, quella realtà giovane presente in Mediaset. Anche da questo speciale, però, ci sono state dichiarazioni che hanno lasciato molti a bocca aperta, dirette inutile e forse anche qui, la voglia di arrivare primi ha creato non pochi problemi.
Ultimo in ordine cronologico è stata la gaffe, del partito Sinistra Ecologia e Libertà di oggi apparso a Roma, che ha palesemente strumentalizzato la morte di Steve Jobs con un manifesto apparso in molti angoli delle città. Nichi Vendola si è subito dissociato da tale manifesto ma ormai il danno è fatto, la strumentalizzazione c’è stata ed è palese. Questa sera andrà in onda l’ennesimo speciale targato Rai. Su RAI 5, verrà dedicata una puntata intera in seconda serata a Steve Jobs, forse questa distanza temporale di una settimana esatta dalla morte di Jobs, avrà portato qualche consiglio per creare una trasmissione più atta ad informare chi non conosce la persona di Steve Jobs, piuttosto che atta a recuperare gli ascolti di quella fascia d’età che preferisce passare le proprio giornate sul computer, piuttosto che guardare una televisione ormai inutile e senza nulla da raccontare.
Alcune volte, è forse meglio tirarsi indietro e lasciar parlare chi ha vissuto la persona di Steve Jobs tramite suoi prodotti, i suoi video e le sue idee, piuttosto che far parlare personaggi che hanno conosciuto Jobs solamente dopo la sua morte grazie alle pagine scritte da altri. L’ultima domanda che vi voglio porre è questa, non sarebbe stato meglio far parlare personaggi che in rete, sui computer, conoscevano veramente ed hanno vissuto le idee di Steve Jobs?