Addio a John McCarthy, il padre dell’intelligenza artificiale

Dopo la recente scomparsa di Steve Jobs, l’ex CEO di Apple meglio conosciuto come “l’uomo visionario”, e quella di Dennis Ritchie, padre di Unix e del C, anche John McCarthy, un altro gigante del mondo della tecnologia e dell’informatica, nelle ultime ore, si è spento all’età di 84 anni.

Sebbene il suo nome non sia noto a tutti John McCarthy è stato colui il quale, durante la sua lunga carriera da tecnologo, ha dato vita al linguaggio di programmazione noto come Lisp, un linguaggio di alto livello che risulta essere tutt’ora in uso nelle sue successive evoluzioni e dopo oltre 50 anni dalla sua comparsa, prestando poi particolare attenzione agli studi relativi al campo dell’intelligenza artificiale, ad oggi meglio nota come AI, il cui termine risulta coniato da McCarthy stesso in quanto massimo studioso della materia.

L’intelligenza artificiale viene impiegata ancora ai giorni nostri in molteplici campi tecnologici, passando dalla robotica sino ad arrivare ai videogames.

John McCarthy, nato a Boston nel 1927 ed impegnatosi poi negli studi matematici a Princeton unitamente all’altro grande informatico John Nash, era convinto della capacità delle macchine di simulare con estrema precisione determinati aspetti dell’intelligenza umana il che gli ha permesso di regalare al mondo intero strumenti tecnologici che risultano ancora di straordinaria importanza, senza contare poi i notevoli contributi relativamente al progresso scientifico per quanto concerne la scuola americana.

Proprio per tali ragioni John McCarthy, che ha inoltre insegnato all’università di Stanford, nel 1972, ha ottenuto il premio Turing, unitamente alla Medaglia Nazionale della Scienza ricevuta, nel 1991, direttamente dal presidente degli Stati Uniti.

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