Google X: a Mountain View c’è un laboratorio segreto?

Tra gli ultimi articoli pubblicati sul New York Times un’interessante news relativa al gran colosso delle ricerche in rete ha iniziato, nelle ultime ore, a fare il giro dell’intero globo terrestre attirando l’attenzione di tutti: a Mountain View, il quartier generale di Google, esisterebbe un fantomatico laboratorio dove gli uomini di big G sviluppano le idee ritenute più folli ed irrealizzabili.

Il laboratorio si chiamerebbe Google X e l’obiettivo di coloro che vi operano al suo intero consisterebbe nell’ideazione e nella realizzazione di ben 100 strabilianti idee tra le quali, ad esempio, l’ascensore spaziale, le cui voci a riguardo circolano già da qualche tempo, ma anche l’auto senza conducente della quale, però, anche in questo caso se ne sente già parlare da diversi mesi.

Google X, però, a quanto pare, risulterebbe suddiviso in più settori in modo tale da poter portare avanti progetti differenti rientranti in svariati ambiti.


Tra le stanze del misterioso laboratorio vi sarebbe infatti anche un’area dedicata alle applicazioni del concetto di internet delle cose ed una il cui settore sarebbe quello della robotica e per il quale Sebastian Thrun, uno tra i maggiori esperti mondiali in tal ambito, e Andrew Ng, specializzato nell’applicazione delle neuroscienze all’intelligenza artificiale, pare siano stati assunti.

Ad essere profondamente coinvolti nella progettazione e nella realizzazione di tutti i “pazzi progetti” di Google X pare vi siano gli stessi Larry Page e Sergey Brin, i due fondatori di Google, unitamente a Eric E. Schmidt che si occuperebbe della costruzione del nucleo fondante di tutto quanto portato avanti nel fantomatico laboratorio.

Al momento il team di big G ha risposto con un secco “no comment” alle domande relative a Google X psote da tutti i più curiosi ma, considerando il tentativo del gran colosso di Mountain View di stimolare nel miglior modo possibile la creatività dei suoi dipendenti l’esistenza di un posto del genere appare tutt’altro che inverosimile.

Investire in progetti speculativi è in effetti parte del DNA di Google ma, nonostante tali possibilità risultino particolarmente entusiasmanti, appare comunque necessario precisare che il quantitativo di denaro coinvolto è davvero minimo se confrontato agli investimenti fatti nel core business, così come dichiarato da Jill Hazelbaker, portavoce dell’azienda.

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