Il Commodore 64 festeggia il suo trentesimo anniversario

Ricorre, proprio quest’anno, il trentesimo anniversario del Commodore 64, uno dei personal computer che, così come sapranno o ricorderanno tutti gli appassionati, ha ottenuto il maggior grado di fama e di successo in tutta la storia dell’informatica e che, in occasione del suo “compleanno” appare opportuno ricordare.

Presentato per la prima volta a gennaio del 1982 durante il CES di Las Vegas, il Commodore 64, il computer ad 8 bit dell’omonima azienda, venne poi commercializzato a partire da agosto dello stesso anno al prezzo di 599 dollari.

Il successo del computer che, secondo l’opinione comune, “ha fatto la storia” sarebbe legato, essenzialmente, al suo ottimo e, per lungo tempo, imbattibile rapporto qualità/prezzo tenendo conto del costo al momento dell’immissione sul mercato, dei 64KB di RAM di cui era stato dotato e delle caratteristiche audio-video rimaste, per anni ed anni, all’avanguardia.


Grazie alle ottime strategie di marketing adottate l’azienda riuscì a commercializzare il Commodore 64 praticamente ovunque (in Italia arrivò nel marzo del 1983 con un prezzo di listino pari a 973.500 lire) entrando in guerra con l’Atari 800 e l’Apple II divenendo inoltre una tra le macchine maggiormente desiderate tra tutti gli amanti dei videogames dell’epoca.

Il Commodore 64 riuscì inoltre a guadagnarsi il titolo, detenuto tutt’ora, di computer più venduto di sempre: vennero infatti acquistate ben 17 milioni di unità in tutto il mondo.

Il successo del Commodore 64 iniziò poi ad affievolirsi sul finire degli anni 80 conseguenzialmente all’avvento di consolle quali il NES e il Sega Master System portando l’azienda, successivamente, a dichiarare bancarotta negli anni 90.

Nell’aprile del 2010 è stata poi fondata la Commodore USA che, nei mesi successivi, ha avviato la commercializzazione di un nuovo Commodore 64 rifacendosi al suo predecessore in fatto di aspetto e funzionalità presentando però componenti di prima scelta e configurandosi come un computer all’avanguardia… ma questa è un’altra storia.

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