L’Antitrust multa Estesa Limited per la truffa Italia-Programmi.net

Nel corso delle ultime ore l’Antitrust ha comunicato di aver stabilito una sanzione pari 1,5 milioni di euro per la Estesa Limited, ovvero l’azienda avente sede alle Seychelles responsabile della truffa, di ben 2,4 milioni all’anno, relativa ad Italia-Programmi.net.

L’azienda, che almeno per il momento non ha cercato di difendersi in alcun modo, è infatti colpevole di aver aggirato circa 25 mila consumatori sfruttando pratiche commerciali ingannevoli messe a punto mediante il sito web www.italia-programmi.net, altrimenti noto anche come ex Easy Download.

I software scaricabili dal sito web, infatti, pur promossi come gratuiti risultavano tali soltanto in apparenza poiché, in realtà, il consumatore, previa immissione dei propri dati personali, sottoscriveva, senza avere la possibilità di visionare i termini contrattuali e le modalità di pagamento e, di conseguenza, in maniera del tutto inconsapevole, un contratto d’abbonamento avente la durata di due anni con importo annuo pari a 96 euro.

Dopo circa una decina di giorni dal processo di sottoscrizione la società iniziava poi ad inviare, sia tramite e-mail sia mediante vere e proprie lettere, solleciti di pagamento in cui, unitamente all’importo da versare mediante bonifico bancario, non mancavano eventuali toni minacciosi e costi aggiuntivi con tanto di avvertimenti di un’azione legale verso il consumatore.


La truffa, comunque, è oramai nota da qualche tempo ma, soltanto recentemente, si era iniziato a parlare di porre una soluzione al problema entro il 2012.

Allo stato attuale delle cose una copia del provvedimento di sanzione è stata inviata alla Procura della Repubblica di Roma, oltre che alla Guardia di Finanza ed alla Polizia Postale.

La delibera relativa alla condotta illecita è stata inoltre diffusa al circuito internazionale delle Autorità di tutela dei consumatori in quanto tale pratica potrebbe essere riproducibile anche in altri paesi.

In ogni caso, così come sottolineato anche dall’ADUC, la sanzione e la sentenza, pur essendo giuste, non si rivelano comunque risolutive poiché, ad oggi, il sito incriminato continua a rimanere attivo favorendo, in tal modo, l’efficienza della trappola della società.

L’associazione, proprio per tale motivo, ha quindi richiesto che la Procura della Repubblica intervenga effettuando anche il sequestro del sito.

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