Pirateria, i nuovi numeri di BSA

I dati facenti riferimento al più recente rapporto BSA (Business Software Alliance)  che sono stati resi noti proprio nel corso delle ultime ore mettono in evidenza una situazione italiana che, ancora una volta, risulta particolarmente critica per quanto concerne la questione pirateria.

Infatti, in base alle analisi condotte nel corso del 2011 ciò che ne emerge è che il tasso della pirateria nel Bel paese corrisponde a circa il 48% il che sta a significare che quasi un software su due installato su PC è illegale, un dato questo che fa puntare il dito contro la mancanza di specifici provvedimenti da parte delle istituzioni che siano in grado di limitare o, quantomeno, di contenere il fenomeno.

Si tratta di un dato di notevole rilevanza se si tiene conto del fatto che questo ha fatto perdere all’industria oltre 1.300 milioni di euro di ricavi.

Andando ancor più nel dettaglio, il 57% degli utenti intervistati per la stesura del rapporto ammette di aver scaricato e di aver usufruito di software pirata.


Dalle interviste effettuate è stato inoltre possibile determinare quello che può essere inquadrato come il genere medio del pirata informatico: sono più gli uomini che le donne ad usufruire di software illegale e, nello specifico, sono molto più i business decision maker rispetto agli utenti comuni.

Confronto al 2010, invece, il tasso risulta ridotto ma soltanto in maniera lieve tenendo conto del fatto che appare inferiore soltanto di un punto percentuale.

Nonostante tale dato l’Italia, almeno per quanto concerne la situazione in Europa, resta comunque la seconda classificata dopo la Grecia (61%) che ha una percentuale pari a quella di Cipro ed Islanda.

Anche la media dell’Unione Europea risulta, in linea generale, migliorata passando da un tasso del 35% ad uno del 33%.

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