Digital Power Index: quali sono i personaggi più potenti della rete?

Gli esperti del Newsweek e del The Daily Beast hanno recentemente stilato una speciale classifica intitolata la Digital Power Index indicante, appunto, coloro che, allo stato attuale delle cose e per le ragioni più svariate, vanno a configurarsi come i 100 personaggi più influenti e rappresentativi della rete e dando uno sguardo ai vari nomi non è poi così difficile rendersi conto del fatto che i geek hanno ereditato la terra, così come commentato direttamente dagli organizzatori.

Per generare la classifica gli esperti hanno adottato 10 criteri di scelta in base ai quali sono state previste 10 categorie generali.

Un pool di 5 esperti per sezione ha poi è stato poi selezionato per nominare e giudicare i diversi canditati in base a tre differenti criteri, quali la capapcità di presa sul pubblico, l’impatto e l’lnnovazione.

Ad essere il più influente in assoluto ed anche il primo nella categoria “rivoluzionari” è Julian Assange, il fondatore di Wikileaks ed il motivo del suo primo posto non è certo un mistero.


Nell’elenco dei “visionari”, invece troviamo in prima posizione Jeffry Bezos, il fondatore di Amazon, seguito poi da Larry Page, il co-fondatore di Google, e dal giovane ma già ricchissimo CEO di Facebook Mark Zuckerberg.

La classifica degli “innovatori” è invece capeggiata da Sergey Brin, l’altra metà di big G, e quella degli “opinionisti” da Arianna Huffington, la giornalista nota per aver fondato il The Huffington Post, uno dei blog divenuto poi tra i letti e influenti degli Stati Uniti.

Bill Gates ha invece ottenuto un riconoscimento alla carriera mentre Steve Jobs è riuscito a guadagnarsi il premio alla carriera nella categoria “evangelisti”.

Per quanto riguarda invece la categoria “personalità” il primo posto è stato occupato Evan Williams, cofondatore di Twitter.

Nella classifica dei 100 più potenti della rete fanno inoltre la loro comparsa anche diversi nomi relativi a vari blogger e attivisti che hanno contribuito alla Primavera Araba, come nel caso dell’ex manager di Google, l’egiziano Wael Ghonim.