Patent troll: negli USA costa 29 miliardi di dollari all’anno

Sul fatto che il “patent trolling” fosse fastidioso ed insidioso vi erano ben pochi dubbi, così come anche che fosse particolarmente dispendioso per il sistema e per le aziende ma che costasse anche agli altri operatori del settore restava, sino a qualche ora addietro, soltanto una supposizione confermata adesso dal recente studio condotto dall’Università di Boston che ha interessato un totale di 82 hardware e software vendor.

Innanzitutto, per chi non lo sapesse, con il termine “patent troll” si è soliti indicare, con connotazione negativa, una società che acquista licenze e brevetti ma che non li impiega per offrire servizi o, ancora, per la produzione di beni senza quindi contribuire al processo di ricerca e sviluppo così come le altre società, università o enti.

Ora, tenendo conto di ciò, stando a quanto emerso dallo studio condotto dall’Università di Boston le denunce di patent troll avrebbero coinvolto, almeno sino a questo momento, ben 2.150 differenti aziende per un totale di più di 5.800 processi.


Il tutto sarebbe costato, solo negli Stati Uniti e solo relativamente all’anno 2011 agli operatori ed alle aziende legittime, una cifra totale di ben 29 miliardi di dollari.

La cifra in questione risulta comprensiva dei costi legali di procedimenti ed avvocati ma, appare opportuno sottolinearlo, non tiene conto di quelli che sono i costi indiretti come, ad esempio, quelli che potrebbero far riferimento ai ritardi dell’immissione sul mercato di un dato prodotto (e prendendo in esame la patent war tra Apple e Samsung gli esempi sono molteplici).

Senz’altro la miglior soluzione mediante cui poter ovviare a tutto ciò sarebbe quella di ricorrere ad una riforma dell’attuale sistema brevettuale, frattanto, comunque, gli stratagemmi adottati sono state molteplici, ultimo ma non ultimo la proposta di licenza collettiva del progetto Defensive Patent License.

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Via | Neowin