Google, il fair use potrebbe salvare Google Books negli Stati Uniti

Un ulteriore capitolo della battaglia legale in corso tra Google e l’Authors Guild, l’associazione degli autori statunitensi, ha avuto inizio.

Nel corso delle ultime ore, infatti, i legali del gran colosso di Mountain View hanno chiesto al tribunale federale di New York di respingere la denuncia presentata, non molto tempo addietro, dagli scrittori e dagli editori americani contro il progetto oramai ben noto a tutti come Google Books o, per dirla alla nostrana, Google Libri.

Big G, infatti, sostiene che la digitalizzazione delle opere letterarie non punta in alcun modo alla sostituzione dei ben più classici libri in formato cartaceo.

Google, quindi, chiede di poter digitalizzare ulteriori milioni di opere tirando in ballo il cosiddetto “fair use” ovvero l’utilizzo legittimo dei contenuti previsto dalle regole sul copyright in terra a stelle e strisce.


Secondo gli avvocati del gran colosso delle ricerche in rete, infatti, Google non dovrebbe chiedere il permesso agli autori per la digitalizzazione e la pubblicazione di parti sostanziali delle proprie opere poiché mediante il progetto Google Books gli scrittori riuscirebbero a guadagnare un maggior grado di notorietà grazie ad una distribuzione decisamente ben più estese delle relative opere.

Nell’ambito di tale progetto, Google, sino a questo momento, ha messo online gratuitamente oltre 20 milioni di libri non coperti da copyright, per quanto riguarda gli altri, invece, risultano soltanto disponibili degli estratti.

Infatti, così come reso noto dallo stesso team di big G, Google Books offre agli utenti un nuovo e ben più efficace sistema mediante cui trovare testi che possono interessarli senza però andare a sostituire i libri con dei file poiché i lettori devono acquistare sempre un libro in negozio o stamparlo in biblioteca per poterlo leggere.

Il giudice, comunque, si esprimerà agli inizi del prossimo ottobre, attendendo nel frattempo la risposta da parte dei legali di Authors Guild.

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