Garanzia Apple, i consumatori italiani lanciano una causa collettiva

Nuovi guai in vista per Apple in terra tricolore dove, appunto, è partita, proprio nel corso delle ultime ore, una class action conto la celebre azienda della mela morsicata accusata dai consumatori di non rispettare quanto disposto dalla normativa europea in tema di garanzia biennale, un argomento questo sul quale si discute oramai da diverso tempo a questa parte.

Le associazioni italiane dei consumatori, la Federconsumatori ed il Centro Tutela dei Consumatori e Utenti, sono infatti intenzionate a mettere una volta per tutte la parola “fine” alla pratica Apple, e anche a quella di alcuni rivenditori, di indicare una durata limitata ad un anno del periodo di garanzia invitando i clienti ad estendere tale periodo mediante l’attivazione di un’assicurazione supplementare, l’AppleCare, utilizzabile previo pagamento.

Le norme italiane ed europee, così come già ribadito in diverse altre occasioni, prevedono infatti un periodo di garanzia obbligatorio sui prodotti della durata di 2 anni ragion per cui la soluzione AppleCare commercializata da Cupertino andrebbe a sovrapporsi parzialmente a quanto, invece, spetta già di diritto ai consumatori.

Tenendo conto di ciò l’azione legale italiana mira a chiedere un risarcimento per tutti quegli utenti che hanno sottoscritto e che continuano a sottoscrivere garanzie “extra”, se così si suol dire, non al corrente del fatto che la legge riconosce e garantisce un periodo di tutela del prodotto acquistato della durata di 2 anni e, di conseguenza, più esteso rispetto a quanto specificato dai rivenditori di Cupertino.

Nel caso in cui la class action avesse successo e fosse riconosciuta da un giudice come motivata Apple dovrebbe risarcire a tutti i consumatori che aderiranno all’iniziativa una somma di denaro che al momento risulta abbastanza difficile quantificare ma che di certo risulterebbe ben superiore a quella della multa subita dall’Antitrust.

In aggiunta alla situazione italiana non è poi da escludere che anche in altri paesi europei dove vige la medesima legislazione possano aprirsi cause collettive.

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