Chi è Julie Larson-Green, la donna che ha in mano il futuro di Windows

Steven Sinofsky ha lasciato Microsoft. Al suo posto è arrivata Julie Larson-Green, che si occuperà dello sviluppo di Windows e dell’hardware collegato a quest’ultimo. Ma chi è la Signora Larson-Green? Da dove viene e com’è arrivata fino all’ambita poltrona che fu del “despota” Sinofsky. Proviamo a scoprirlo insieme dando uno sguardo alla biografia lavorativa della manager Microsoft.


Julie Larson-Green è arrivata in Microsoft 19 anni fa, nel 1993, ma la sua passione per i computer risaliva a ben prima (a quando non aveva ancora avuto modo di usarne uno). È stata una studentessa molto appassionata – ai tempi del college prediligeva soprattutto le materie matematiche – e alla fine degli anni 80 si è laureata in business administration alla Western Washington University.

Terminati gli studi, ha lavorato presso il supporto tecnico di Aldus, software house produttrice della soluzione di desktop publishing PageMaker (poi acquisita da Adobe), si è avvicinata al mondo della programmazione ed è diventata dev lead dell’azienda. Sei anni dopo, l’evento cruciale: l’entrata in Microsoft come program manager per Visual C++.

L’ingresso nella società di Redmond ha consentito alla Larson-Green di rendersi conto delle sue attitudini nella progettazione software. Si è dunque specializzata nell’User experience design ed ha lavorato in importanti progetti, quali Internet Explorer
3.0 e 4.0
e la suite Office che ha curato dalla versione XP alla 2007: è in buona parte suo il merito dell’introduzione e della propagazione in ambiente Windows dell’interfaccia Ribbon. Successivamente ha infatti assunto il ruolo di Corporate Vice President per la Windows Experience portando nel mondo Windows tutto il bagaglio di esperienze maturato nella progettazione delle ultime release di Office.

Dal 2005 è diventata uno dei volti pubblici di Microsoft. Inizialmente ha partecipato alle presentazioni legate al mondo Office, ora invece è colei che durante i keynote mette in evidenza l’aspetto end-user dei prodotti sfornati dal colosso di Redmond. Il suo approccio con i dipendenti è opposto rispetto a quello di Sinofsky: cerca sempre di “fare squadra”, di essere parte del team, e non di mettere l’uno contro l’altro i suoi collaboratori.

Secondo molti (Steve Ballmer compreso) è la persona giusta per portare a compimento il processo di unione fra Windows e Windows Phone con successo e senza creare tensioni all’interno dell’azienda. Ma come al solito sarà il mercato a dire l’ultima parola sul suo operato.

[Via | The Verge]